Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Tolmezzo hanno deferito alla Procura della Repubblica di Udine 4 soggetti di origine kosovara, di età compresa fra i 39 e i 49 anni, presunti autori del furto aggravato di circa 65 mila euro avvenuto nella notte tra il 31 marzo e il primo aprile 2024 presso la Banca Civibank di Buja, sulla provinciale Osovana, e per il danneggiamento dei locali di una attigua attività commerciale.
Il furto a Pasqua del 2024: i ladri erano passati dalla pizzeria vicina.
Nella tarda serata di Pasqua 2024 i ladri, approfittando della chiusura festiva della Banca e dei locali commerciali attigui, attraverso i tetti si sono introdotti all’interno di una pizzeria dove, indisturbati, hanno praticato un ampio varco nei bagni riuscendo così a introdursi, dopo aver disattivato il sistema di allarme e di videosorveglianza interna, nell’istituto di credito ove hanno svaligiato il bancomat e due casseforti, impossessandosi del contante.
A scoprire il furto è stato il titolare della pizzeria quando, all’apertura di lunedì, si era accorto dei consistenti danni ai locali, allertando subito i Carabinieri.
● Si calano dal tetto, fanno un foro nel muro e rubano in banca
Le indagini.
Le indagini hanno portato al sequestro di parte degli arnesi utilizzati per lo scassinamento, al repertamento delle tracce biologiche, nonché all’individuazione dell’autovettura, una Alfa Romeo Stelvio munita di targa estera rubata, utilizzata per la fuga. I successivi accertamenti acclaravano che il gruppo, composto da almeno quattro soggetti, si muoveva in perfetta sinergia e competenza nel campo dell’elettronica e delle trasmissioni, riuscendo in poche ore a portare a termine il loro intento criminale.
L’efficace scambio info-investigativo ad ampio raggio tra i Reparti dell’Arma e della Guardia di Finanza permetteva di appurare come la stessa autovettura, risultata immatricolata in Svizzera e noleggiata nel ticinese, fosse già stata impiegata in analoghi furti in numerose località del Nord Italia e come la base operativa della banda fosse localizzata nel lodigiano.
Gli investigatori, dopo una minuziosa analisi dei tabulati del traffico telefonico, della tracciatura dei GPS, nonché di attività tecniche giungevano all’identificazione dei quattro componenti della banda, professionisti del settore, uno dei quali basista ed imprenditore edile residente nella provincia di Udine, e alla mappatura dei loro spostamenti sul territorio nazionale, raccogliendo una moltitudine di inequivocabili elementi che portavano al deferimento e al rinvio a giudizio.
Il furto a Caprino Veronese.
I quattro individui, insieme ad altri 2 complici, nel mese di dicembre 2024 sono stati arrestati per il furto in una gioielleria di Caprino Veronese dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Palmanova in collaborazione con altri Reparti, tra cui il Norm di Tolmezzo, già sulle loro tracce. Anche in quella circostanza identico è stato il loro modus operandi: calatisi dal tetto della struttura commerciale, avevano un buco nei locali attigui ed entravano nella gioielleria. L’irruzione nell’alloggio che avevano affittato a Pradamano, in cui si erano riparati dopo il raid, permetteva di arrestarli nell’immediatezza.
Il video.





