“Gabella” sui produttori di energia idroelettrica, il Consorzio fa ricorso

Il ricorso del Consorzio di bonifica pianura friulana.

Il Consorzio di bonifica pianura friulana presenterà ricorso contro la sentenza del Tribunale regionale delle acque pubbliche, che lo ha visto perdente, unitamente ai produttori di energia elettrica delle centrali situate lungo i canali consortili nei comuni, a fronte delle tariffe richieste dal Consorzio dei comuni del bacino imbrifero montano del Tagliamento (BIM). Il BIM, infatti, applica ulteriori canoni a produttori energia idroelettrica.

Le tariffe erano state applicate dal Consorzio BIM dopo l’entrata in vigore nel 2013 di una legge che consentiva l’applicazione di ulteriori canoni ai produttori di energia idroelettrica a favore dei Comuni nel cui territorio si trovano le centrali. I canoni incassati devono essere utilizzati solo per interventi infrastrutturali delle opere di derivazione delle acque e non possono essere utilizzati per altre necessità dei Comuni.

La rabbia dei produttori

A ribellarsi a quella che ritengono una “ingiustificata gabella” sono in prima fila i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili, qual è la risorsa idrica, che si ritengono discriminati da oneri fiscali non previsti al momento dell’investimento e che possono annullare i margini di ricavo derivanti dalla produzione e vendita di energia. Tutto questo in un momento in cui le fonti rinnovabili, ossia la produzione di energia elettrica senza consumo di risorse del territorio, dovrebbe essere tutelata per la sua funzione di salvaguardia dell’ambiente rispetto ad altre fonti di produzione di energia, maggiormente inquinanti e che determinano un impoverimento delle risorse. Anche nella controversia che ha visto il Consorzio protagonista con le società produttrici di energia elettrica, sarebbero queste ultime a subire essere maggiormente gli effetti sfavorevoli della sentenza: verrebbero infatti colpite da gran parte degli oneri previsti dalla tariffa che sono stati chiesti dal Consorzio BIM compresi i canoni arretrati. Numerose le ragioni per annullare la tariffa: dai motivi legati alla concessione rilasciata al Consorzio, che ha prevalente scopo irriguo, alle caratteristiche del sistema derivatorio caratterizzato da opere di presa da cui le centrali prelevano la risorsa idrica.

Il ricorso

Il ricorso al Tribunale superiore delle acque pubbliche servirà a chiarire meglio la questione, anche se viene auspicato un orientamento comune dei giudici che si stanno occupando delle numerose controversie e un intervento di risistemazione di tutti gli oneri che attualmente gravano sui produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili, giudicati eccessivamente pesanti.

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