Caso Unabomber, fumata nera dalla superperizia sul Dna

Caso Unabomber, nessuna svolta alle indagini dalla nuova perizia.

Dopo oltre due anni di analisi, l’attesa “superperizia” sul caso Unabomber si chiude con un nulla di fatto. Le indagini genetiche disposte dal Gip Luigi Dainotti su dieci reperti non hanno infatti evidenziato alcuna corrispondenza con i profili degli undici indagati — né con altre persone note alle banche dati. Le tracce individuate, secondo quanto trapelato, apparterrebbero a soggetti diversi, non identificati.

Il risultato, definito dagli stessi esperti una “fumata nera”, è emerso al termine di una videoconferenza tecnica tra i periti nominati dalle varie parti. A condurre gli accertamenti per conto del giudice sono stati Giampietro Lago, ex comandante del Ris di Parma, ed Elena Pilli, antropologa molecolare forense. All’incontro hanno partecipato anche la professoressa Marina Baldi, consulente di una delle vittime, il professor Paolo Fattorini per la Procura di Trieste, il pm Federico Frezza e i tecnici nominati dagli avvocati degli indagati, tra cui Lorenzo Pascoli e Paolo Gasparini.

L’inchiesta, riaperta nel novembre 2022 dalla Procura di Trieste, mirava a far luce sull’identità dell’attentatore che tra il 1994 e il 1996 e poi tra il 2002 e il 2006 aveva seminato il terrore nel Nordest con una lunga serie di ordigni artigianali. Ma le speranze di arrivare a una soluzione definitiva si sono progressivamente affievolite: molte accuse risultano ormai prescritte e gli elementi utili raccolti nel corso degli anni non hanno mai portato a un imputato certo.

Tra gli undici nomi iscritti nel registro degli indagati figura quello di Elvio Zornitta, ingegnere di Corva di Azzano Decimo, già al centro delle cronache come principale sospettato a partire dal 2004 e poi definitivamente scagionato nel 2009.