Una proposta di legge per salvare i piccoli negozi di paese

Una proposta di legge per le piccole botteghe e i negozi di vicinato.

“Una proposta di legge che prevede l’erogazione di finanziamenti regionali per i piccoli Comuni finalizzati a sostenere i buoni spesa solidali che, sull’esempio di una riuscita sperimentazione del Comune di Mereto di Tomba poi replicata con successo anche da altre amministrazioni comunali, andrebbero assegnati ai nuclei familiari per essere spesi negli esercizi commerciali presenti sul territorio comunale e convenzionati con il Comune stesso”.

Così i consiglieri del Patto per l’autonomia, Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli, spiegano la proposta di legge loro presentata e illustrata in II Commissione consiliare.

Il progetto

“L’iniziativa – proseguono gli esponenti autonomisti – realizzerebbe un duplice obiettivo: da un lato permetterebbe di incrementare l’indotto economico di questi negozi, riconoscendone inoltre il rilevante ruolo sociale svolto nei piccoli Comuni, e dall’altro offrirebbe un importante aiuto economico alle famiglie.

“Più nello specifico – spiegano -, la norma dà la possibilità ai Comuni che intendono avviare questa iniziativa, di ricevere un aiuto economico dalla Regione pari alla cifra che loro stessi destineranno all’erogazione dei buoni spesa poi destinati alle famiglie, secondo modalità e forme in gran parte stabilite autonomamente dai Comuni, per un importo complessivo di 600mila euro per il 2019 e il 2020.

“Siamo per supportare in modo forte i piccoli negozi, in particolare quelli presenti nei Comuni montani e in quelli di piccole dimensioni – afferma Giampaolo Bidoli -. In questi casi le botteghe non sono solo delle attività economiche in grado di garantire i servizi di prossimità indispensabili, ma diventano veri e propri presidi di welfare di comunità”.

Le modalità

“Il progetto di legge – prosegue il consigliere – prevede che, entro una cornice normativa individuata dalla Regione, i Comuni possano declinare l’iniziativa stabilendo le migliori modalità operative rispetto alla propria realtà di appartenenza, eventualmente anche, ed è un aspetto auspicabile, attraverso l’individuazione di forme complementari e integrative di intervento, ipotizzando per esempio l’attivazione di sinergie specifiche al fine di promuovere i cosiddetti prodotti “a chilometro zero” e l’economia solidale.