Il Friuli si ribella al nuovo Dpcm: “Così spariranno migliaia di attività”. Preoccupate le associazioni di categoria

Le reazioni in Fvg al Dpcm del governo Conte.

“Se la bozza del nuovo Dpcm del governo Conte non subirà dei profondi cambiamenti, spariranno migliaia di attività economiche. In questo momento servono equilibrio e buonsenso per garantire la doverosa tutela della salute, ma anche per la altrettanto doverosa tutela del lavoro”.

Il governatore Massimiliano Fedriga lo aveva detto per tempo. Prima ancora che il premier mettesse la sua firma sotto al nuovo decreto, che impone strette e limitazioni, aveva manifestato la sua preoccupazione sulle misure che erano circolate in bozza. Nel giro di qualche ora è intervenuto il senatore di Forza Italia Franco Dal Mas a sintetizzare le paure. “I timori di Fedriga circa le ricadute negative sulle attività produttive purtroppo sono già realtà. Non vi è chi non veda che serve condivisione: una unità solida, perché fatta di cose, e solidale, che non necessariamente coincide con astratte formule di governo”, ha rintuzzato il senatore.

Dalle associazioni di categorie si sono alzati subito gli scudi. “Il Dpcm firmato da Conte è l’ennesima mazzata a un sistema economico già fortemente provato. Siamo sconcertati e preoccupati dinnanzi alle misure che scatteranno da domani ed esprimiamo la massima solidarietà nei confronti delle attività che si vedranno una volta in più penalizzate”, ha riferito il presidente di Confartigianato-Imprese Fvg e Udine, Graziano Tilatti.

A mandare su tutte le furie i rappresentati delle attività produttive è la lita delle aziende colpite: bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie, pizzerie per asporto e palestre. “Le imprese pagano l’indecisione dell’esecutivo che per contro garantisce ristori a fondo perduto, senza capire che l’economia reale non chiede assistenzialismo ma lavoro. Migliaia di nostri dipendenti non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione di luglio, agosto e settembre e nonostante questo a ottobre saranno ugualmente raggiunti dal fisco per tasse e contributi”, ha proseguito il presidente.

Non meno caustico è stato il presidente di Confcommercio Fvg Giovanni Da Pozzo. “La chiusura alle 18 dei pubblici esercizi e della ristorazione, situazioni in cui, con il rispetto delle regole che vengono applicate rigorosamente dalla grandissima parte degli imprenditori, il contagio non si è diffuso, è una soluzione che non tiene conto della realtà – prosegue Da Pozzo –. La diffusione del virus si è infatti manifestata con la riapertura delle scuole e la non regolarizzazione dei trasporti. Abbiamo perso mesi in chiacchiere inutili senza strategie”.

Il presidente di Confcommercio Fvg ha sottolineato che “la rappresentazione è sempre quella di un Paese in totale confusione e in continuo contrasto politico, fino a scaricare i problemi sulle parti sociali più deboli, piccole imprese e lavoratori, con l’aggiunta di un condizionamento mai visto di una parte di esperti che da troppo tempo si contraddicono, dicendo tutto e il contrario di tutto”.

Chi ha cercato di assolvere la decisione del governo è stato il segretario Pd Fvg Cristiano Shaurli. “L’aumento di contagi, terapie intensive e decessi sono sotto gli occhi di tutti. L’obiettivo è chiaro: la sera si rimane a casa per evitare nuovamente la chiusura di scuole e fabbriche. La priorità ora è aiuto e vicinanza immediata a bar, ristoranti e operatori dello spettacolo che in questi mesi hanno dimostrato, per la stragrande maggioranza, senso di responsabilità e rispetto delle regole”, ha dichiarato.