Omicidio di Gemona, nuovo interrogatorio per Lorena Venier

La donna sarà sentita martedì.

L’omicidio di Alessandro Venier, il 35enne brutalmente ucciso e fatto a pezzi nella notte tra il 25 e il 26 luglio a Gemona del Friuli, continua a lasciare diversi dubbi tra gli inquirenti. A oltre due mesi dalla scoperta del corpo, emergono nuovi sviluppi: la madre della vittima, Lorena Venier, 62 anni, sarà nuovamente interrogata martedì 14 ottobre a Trieste.

Si tratta del terzo interrogatorio per la donna, già protagonista di una prima confessione il 31 luglio – poche ore dopo il ritrovamento del cadavere – e di un secondo confronto lo scorso 20 agosto nel carcere del Coroneo. Intanto, continua a mantenere il silenzio Mailyn Castro Monsalvo, 30 anni, nuora della vittima e compagna di Alessandro, anch’ella accusata del delitto.

Entrambe le donne restano indagate per omicidio volontario premeditato e pluriaggravato. Secondo la ricostruzione della Procura, Lorena Venier sarebbe stata l’organizzatrice e l’esecutrice materiale dell’omicidio, mentre Mailyn avrebbe avuto un ruolo istigatore, oltre a partecipare direttamente al delitto.

Nuove analisi su telefoni e dispositivi elettronici

Sul fronte investigativo, in questi giorni sono stati affidati gli incarichi per le analisi tecniche dei telefoni cellulari, computer e chiavette USB sequestrati nell’abitazione della famiglia Venier. Parallelamente, si attendono i risultati definitivi degli esami tossicologici sul corpo della vittima. I test serviranno a chiarire se Alessandro sia deceduto a causa di una combinazione letale di sedativi e insulina, come ipotizzato, o se sia stato strangolato – ipotesi avanzata inizialmente anche da Lorena Venier.

La sorte della figlia della coppia

Ancora irrisolta la questione dell’affidamento della neonata figlia di Alessandro e Mailyn, attualmente sotto tutela del Comune di Gemona. I nonni materni, residenti in Colombia, hanno avviato le pratiche per ottenerne la custodia. I documenti necessari sono stati trasmessi nei giorni scorsi e ora dovranno essere tradotti e validati dal Consolato e dal Tribunale per i Minorenni, come confermato dall’avvocata Katia Ariis.