Può fare la spesa con i buoni solo a Gemona, ma viene fermata e rispedita a casa

L’amara vicenda capitata a una donna di Osoppo.

Fermata mentre va a fare la spesa in un supermercato fuori dal comune di residenza. Sembra una storia di “disobbedienza” alle regole imposte dalla quarantena da coronavirus, ma così non è. Perché, talvolta, la necessità si confonde con il rispetto degli obblighi di legge.

A raccontare la vicenda è Domenico De Luca, carabiniere in congedo. “Mia figlia Michela questa mattina da Osoppo si recava verso Gemona del Friuli per andare in uno specifico supermercato – la sua ricostruzione -. Questo supermercato era essenziale perché convenzionato con una tessera (marchiata Enel) di buoni spesa forniti dal datore di lavoro del compagno/convivente”.

Quasi arrivata alla meta, Michela De Luca è stata oggetto di un controllo. “È stata fermata dai carabinieri nel comune di Gemona sulla strada statale alle 10.40, a pochi metri dal supermercato – ripercorre il genitore -. Dopo che lei ha fornito le buone motivazioni per lo spostamento è stata fatta rientrare senza permetterle di andare in quel luogo dove acquistava alimenti, quindi in presenza di motivazione di necessità alimentari e di sostentamento. Mia figlia non ha soldi e solo con quella tessera può fare la spesa perché è a casa in cassa integrazione, ma senza ricevere alcun pagamento”.

Una vicenda che a Domenico ha lasciato l’amaro in bocca. “Quindi – è la sua domanda – come mangia sta sera? Mi chiedo: è giusto o sbagliato quanto fatto del carabiniere? Chiedo che i fatti vengano approfonditi. Per questa sera chiedo all’ex collega che ha fermato mia figlia di venirle a portare un pasto caldo”, è l’amara conclusione del suo racconto. De Luca si è appellato al Generale comandante della Legione carabinieri Friuli Venezia Giulia.