Come facevano le nostre nonne e bisnonne a prevedere il sesso del nascituro?

Come si indovinava il sesso del bambino.

Sul sesso del nascituro, influivano i modi dell’amplesso, le lunazioni (di luna vecchia si concepiscono maschi), persino le ore del concepimento (al levar del sole, maschi).

La lettura degli indizi.

Per indovinare, si “leggevano” vari indizi: il colore della pelle del viso (la tiere, cioè una pelle rugginosa, veniva variamente interpretata, ma più spesso indicava femmina), le condizioni dell’umore durante la gestazione (serenità=maschio), la forma del ventre (ventre sporgente indicava maschio), certi indizi te nature (bruciori intimi oppure frequente bisogno di urinare= femmina), il portamento (se il grembiule faceva due pieghe=femmina), i movimenti del feto (se vicini alle tasche=femmina, perché domandava la dote).

Gli escamotage per influire sul sesso.

I coniugi potevano influire sul sesso del nascituro ingerendo succo della pianta maschile o femminile della mercurele (Euphorbia Lathyris). Potevano anche fare altri esperimenti divinatori, come quello della forcella di pollo, cioè l’osso sternale (detto scune), gettato in alto (se cade con la punta in su=maschio) oppure col ricorso alla sorte della conte: se le lettere sommate dei due nomi della coppia danno un numero dispari (sempre beneaugurale), nascerà un maschio.

Altro esperimento consisteva nel disporre due sedie affiancate, ponendo sopra per ciascuna un simbolo maschile (forchetta) ed uno femminile (cucchiaio): rinculando alla cieca, la gestante finirà seduta, facendo la sua fatale scelta; oppure la gravida gettava una manciata di grano in strada dall’alto: il primo passante avrebbe indicato il sesso.