I rischi e le preoccupazioni delle piccole imprese del Friuli dopo l’accordo sui dazi.
Le piccole e microimprese del Friuli rischiano di pagare il prezzo più alto dopo l’accordo sui dazi con gli Stati Uniti. A lanciare l’allarme è Graziano Tilatti, presidente di Confartigianato Imprese Udine, che chiede un intervento deciso da parte dell’Unione europea: non solo a favore delle grandi aziende esportatrici, ma a tutela dell’intera rete di subfornitura che costituisce l’ossatura del tessuto produttivo regionale.
“L’Unione europea pensi ora a sostenere le imprese che dovranno affrontare dazi al 15% per arrivare sul mercato Usa, destinando tali sostegni a tutte le aziende che compongono le filiere penalizzate dall’ulteriore pressione fiscale – afferma Tilatti – . Le aziende leader, infatti, hanno una rete diffusa di subfornitura, una realtà fortemente presente in Friuli Venezia Giulia, che sarà penalizzata del pari, e forse anche di più, rispetto alle grandi realtà”.
Tilatti richiama l’attenzione sulla necessità di aiuto a tutte le filiere di settore a partire dai numeri elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato nazionale: “Considerato che l’84,5% delle esportazioni verso gli Usa è determinato dalle medie e grandi imprese – si legge nel rapporto – l’impatto dei dazi si trasmette al sistema delle micro e imprese attraverso le filiere e i rapporti di subfornitura. Nella manifattura il 44,4% delle imprese hanno relazione con altre imprese in qualità di subfornitrice, quota che sale al 51,0% nelle piccole imprese, quelle cioè con 10-49 addetti“.
Uno scenario che riflette in modo significativo le condizioni del tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia, dove le Piccole e micro-industrie esportano verso gli Usa prodotti per un valore pari 568 milioni, e l’esposizione maggiore è quella del comparto mobili che partecipa per un 64,5%, seguito dal settore dell’alimentare, che pesa per un 19,5 per cento.
Export friulano verso gli Usa.
Udine e Pordenone sono le province che trainano l’export verso Usa nel comparto delle micro e piccole imprese e, quindi, quelle che potrebbero avere un maggiore impatto. Tuttavia, ci sono dei segnali che possono far interpretare un riposizionamento nelle esportazioni. Infatti, Udine, che nel 2024 ha esportato merce per un valore complessivo di 148 milioni, nel primo trimestre 2025 ha ridotto il flusso, con un decremento del 10,6 per cento.
Anche Pordenone, che esporta verso gli States prodotti per 353 milioni, nel primo trimestre del 2025 ha rallentato, perché l’export verso gli Usa è cresciuto meno dell’anno precedente, di un 12.3% nel primo trimestre del 2025 rispetto a un 17.1 del 2024.
“Questi dettagli riferiti al territorio friulano evidenziano ancora di più la necessità che i sostegni necessari per affrontare i nuovi scenari aperti dalla stagione dei dazi devono tener conto di tutta la filiera”, conferma il presidente. “Se per le aziende maggiori non è semplice trovare nuovi mercati, nuovi clienti o rimodulare la produzione per intercettare i segmenti di domanda più positivi, figuriamoci quanto è difficile per gli artigiani e le aziende di piccola dimensione”, conclude Tilatti.