Liliana Pandullo aveva 98 anni.
Triestina di nascita, friulana di adozione. Anche se la vera patria di Liliana Pandullo, scomparsa ieri (giovedì 4 dicembre) a Udine all’età di 98 anni, è stata probabilmente quella della militanza nel sindacato e nella sinistra. Entrò nel mondo del lavoro giovanissima, fresca di diploma, all’Inam di Trieste, e sempre come impiegata dell’Inam si trasferì a Udine nel 1959 con il marito Primo Meozzi, triestino anche lui, che venne assunto come commerciale alla Solari, dove lavorò fino all’anno della morte, giunta prematuramente nel 1971.
Lavoratrice e madre di due figli, Pierpaolo e Giampiero, Liliana Pandullo iniziò il suo impegno nel sindacato come delegata, prima di dedicarsi a tempo pieno alla Cgil, alla quale ha offerto mezzo secolo di lavoro e di dedizione. Vicina al sindacato “fin da quando a Trieste c’erano gli americani”, amava raccontare, ci ha lavorato attivamente fino a 90 anni compiuti: lasciata nel 2017 l’amministrazione dello Spi comprensoriale, infatti, continuò a fare sportello nella sede della lega pensionati di Tricesimo, che raggiungeva quotidianamente in auto dalla sua casa udinese di via Misani, nel quartiere di San Domenico. Un esempio difficilmente eguagliabile di dedizione e di passione politica e sindacale, sempre caratterizzato da una naturale schiettezza, da una spiccata personalità e da un impegno costante per i diritti delle donne e per le pari opportunità.
Il ricordo.
“Era sempre la prima e spesso l’unica a cui leggevo in anticipo le mie relazioni per un giudizio e un consiglio“, racconta Gino Dorigo, memoria storica del mondo del lavoro friulano e regionale, ex segretario generale della Fiom, della Cgil Udine e del Sindacato pensionati. “Nella Cgil friulana e nel Sindacato pensionati – prosegue Dorigo – ha lasciato un’impronta indelebile, collaborando con dirigenti di grandissimo spessore come Severino Cavedoni ed Ennio Balbusso, dei quali fu una insostituibile collaboratrice: mai come mera esecutrice, ma esercitando sempre un ruolo di stimolo e di coscienza critica”.
Un legame, quello con la Cgil e lo Spi, che Pandullo non ha mai reciso, neppure negli ultimi anni, quando le sue condizioni di salute la portarono alla Quiete, dov’è spirata nella mattinata di giovedì. “Continuava a tenersi aggiornata sulle nostre chat, a confrontarsi con noi e a esprimere le sue opinioni, senza paura di andare anche controcorrente”, confida Maria Marion, segretaria della lega pensionati Medio Friuli, che esprime ai figli e ai familiari di Liliana Pandullo la vicinanza e il cordoglio dello Spi e di tutta la Cgil provinciale, dai dirigenti ai lavoratori dell’amministrazione.
E saranno sicuramente tanti i sindacalisti di oggi e di ieri e gli ex colleghi che vorranno rendere l’ultimo omaggio a Liliana, visitando la camera ardente che sarà aperta dalle 10 di domani (sabato 6 dicembre) nella casa funeraria Mansutti di Tricesimo, fino alla cerimonia funebre che si terrà in forma laica alle 15.




