Il lavoro come cura: il Friuli premiato per l’inclusione delle persone con fragilità psichica

Il Csm di Codroipo

Riconoscimento a due Csm dell’AsuFc sui percorsi di inclusione lavorativa.

Un riconoscimento importante per la salute mentale in Friuli Venezia Giulia: due Centri di Salute Mentale (CSM) del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (ASUFC) hanno ottenuto la certificazione di Fidelity per l’applicazione del metodo Individual Placement and Support (IPS), modello internazionale che sostiene l’inserimento lavorativo delle persone con fragilità psichiche.

Il traguardo è il frutto della collaborazione tra il servizio pubblico di ASUFC e il Consorzio Il Mosaico, attivo da oltre vent’anni sul territorio friulano con percorsi di inclusione sociale e lavorativa.

Cosa è l’Ips.

Nato negli Stati Uniti negli anni ’90, l’IPS parte da un principio semplice ma rivoluzionario: chi desidera lavorare è pronto a farlo. Non contano diagnosi, limitazioni cognitive o storie di disagio, ma la volontà della persona di inserirsi nel libero mercato. Il modello si fonda su otto principi chiave: accesso diretto a un lavoro competitivo, assenza di criteri di esclusione, sostegno integrato con i CSM, rispetto delle preferenze personali, ricerca rapida di opportunità, consulenza sui benefici economici, accompagnamento a tempo indefinito e costruzione di legami con le imprese locali.

La Fidelity Visit, condotta nei Centri di San Daniele del Friuli e Codroipo, ha confermato l’aderenza del servizio a questi standard, dimostrando come l’approccio IPS sia ormai radicato nelle pratiche quotidiane grazie alla sinergia pubblico–privato.

I numeri dell’inclusione lavorativa.

I numeri del 2024 parlano chiaro: 67 utenti su 114 (76%) hanno trovato lavoro, di cui 42 donne e 25 uomini. Sono stati attivati 68 contratti a tempo determinato e 8 a tempo indeterminato, con prevalenza di inserimenti part-time (40), ma anche 21 full-time. Le fasce più rappresentate sono i giovani adulti (18–34 anni) e le persone tra i 35 e i 49 anni, entrambe con tassi di inserimento superiori al 65%.

Per gli utenti, questo si traduce in opportunità concrete: dall’orientamento professionale alla stesura del curriculum, dalla preparazione ai colloqui fino all’accompagnamento diretto in azienda. In alcuni casi, l’operatore IPS supporta la persona anche negli spostamenti verso il nuovo luogo di lavoro, aiutandola a superare ansie e barriere pratiche.

Il lavoro come strumento per la salute mentale.

“Questa certificazione non è solo un risultato tecnico, ma il riconoscimento di un cambio di paradigma – sottolinea il dottor Luca Fontana, Presidente del Consorzio Il Mosaico –. È la dimostrazione che il lavoro può essere parte integrante del percorso di cura e di recovery, restituendo dignità e autorealizzazione alle persone e generando benefici per l’intera comunità”.

Positivo anche il commento del dottor Marco Bertoli, Direttore del Dipartimento Dipendenze e Salute Mentale ASUFC: “La certificazione Fidelity rappresenta una grande opportunità: conferma il valore del lavoro come strumento fondamentale per la ripresa delle persone che vivono una condizione di disagio. È una strada che va perseguita con convinzione. I risultati finora raggiunti sono un motivo necessario e corroborante per ottenere ulteriore benessere e prospettive di vita migliore per tutti coloro che, per vari motivi, vivono delle difficoltà. Grazie a questi traguardi, i servizi di salute mentale sono oggi ancora più impegnati a sviluppare e consolidare la metodologia IPS”.

Con questa certificazione, il modello IPS si conferma un punto di riferimento internazionale, e il Friuli Venezia Giulia rafforza la propria posizione di avanguardia nelle politiche di salute mentale e inclusione lavorativa.