Sos clima in Friuli: “L’Alto Adriatico tra le zone più a rischio”, l’allarme di Mercalli

Il clima cambia e le coste del Friuli sono tra le più fragili.

L’Alto Adriatico e la costa del Friuli sono tra le zone più esposte del mondo agli effetti del mutamento del clima: a lanciare l’allarme è stato il climatologo Luca Mercalli, intervenuto nei giorni scorsi al convegno “Cambiamento climatico: salute, economia, società” organizzato dall’Università di Udine in collaborazione con il Sindacato pensionati Cgil Friuli Venezia Giulia e l’Unione degli universitari.

Segnali sempre più evidenti

Dalla siccità record del 2022, la più grave degli ultimi 220 anni in Pianura Padana, all’estate 2024, la più calda di sempre, fino allo zero termico che quest’anno ha superato più volte quota 5.000 metri, i segnali di allarme si moltiplicano. Fenomeni estremi, come la grandinata che ha colpito Mortegliano nel 2023, confermano l’urgenza di intervenire.

“Con quasi 1,5 gradi in più di temperatura media rispetto all’inizio dell’era industriale – ha spiegato Mercalli – il pianeta è già malato, come una persona con febbre costante a 38 gradi. Difficile guarire, perché i cambiamenti climatici hanno inerzie nell’ordine dei secoli e dei millenni, ma dobbiamo evitare che la febbre salga ancora“.

Il mare in crescita e i fenomeni estremi

Secondo il climatologo, il livello del mare sta aumentando di circa 5 millimetri l’anno. “Entro fine secolo – ha detto – lo scenario migliore prevede quasi mezzo metro di innalzamento. Ma se la temperatura globale dovesse crescere ulteriormente, gli effetti sarebbero devastanti”. L’aumento della temperatura marina contribuisce a fenomeni estremi sempre più frequenti: dalle alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna agli eventi distruttivi in tutta Europa, da Valencia alla Germania.

Fenomeni estremi ci sono sempre stati – ha chiarito Mercalli – ma mai con una simile frequenza, alla quale non siamo preparati per il loro impatto anche sulle case e sulle infrastrutture civili e industriali”.

Investire in rinnovabili e abitazioni sostenibili

Le soluzioni, secondo Mercalli, sono note da decenni: “Investire sulle rinnovabili – vorrei vedere una corsa ai pannelli solari su tutti i nostri tetti – e sull’isolamento delle case, riprendendo il filo di misure lungimiranti come il 110%, sia pure con i necessari correttivi e regole più stringenti contro gli abusi, stili di vita più responsabili sui consumi, sulla mobilità, sull’alimentazione”. 

Impatto su anziani e comunità

Il convegno ha messo in luce anche le conseguenze sociali dei cambiamenti climatici. Gli anziani, in particolare, rischiano isolamento e disagi durante le estati torride, la povertà energetica dovuta al costo dell’elettricità e del riscaldamento, aggravate dalla scarsa efficienza energetica del patrimonio edilizio.

Alla tavola rotonda hanno partecipato, oltre a Mercalli e al segretario regionale dello Spi Renato Bressan, il sindaco di Staranzano Marco Fragiacomo, il geologo Giuseppe Muscio, la coordinatrice dell’Udu Udine Elena Chiaruttini e Carla Mastrantonio della segreteria nazionale Spi Cgil, riflettendo sulle priorità reali per politiche europee e italiane più vicine agli obiettivi di transizione energetica e welfare, e non distolte da sirene come il riarmo.