Manca un mese all’apertura, ancora senza medici i punti di primo intervento di Gemona e Cividale

Si cerca personale per i punti di primo intervento

Apriranno tra circa un mese, a metà febbraio, i punti di primo intervento di Cividale e Gemona. Per le strutture sanitarie, però, mancano ancora i medici e scoppia la polemica.

Il 7 gennaio, infatti, sui social di RW Italia – BMC health solutions h24, gruppo di intermediazione medica e logistica che si occupa anche di fornire a strutture pubbliche e private personale medico e paramedico, è stato pubblicato l’annuncio di ricerca personale per i due Ppi che saranno gestiti dalla Arkesis di Portogruaro: “Si selezionano e ricercano Medici per punti di primo intervento siti in provincia di Udine, Cividale e Gemona del Friuli – recita l’annuncio -; trattasi di punti di primo intervento che apriranno a metà febbraio 2023; all’interno di questi presidi il medico si dovrà occupare della gestione dei pazienti che potranno accedere esclusivamente con mezzi propri e non portati da ambulanze; non vi è attività di 118 (tranne che nelle maxi emergenze/catastrofi); il medico avrà l’aiuto di infermiere e ausiliare; all’interno del PPi sarà possibile fare esami di primo livello quali esami ematici mediante POCT, ECG, emogas, radiologia. Compenso: € 800 a turno da 12 ore + alloggio (turni diurni e notturni), regime di partita iva, pagamento a 30 giorni”.

Ed è stata propria la comparsa dell’annuncio a scatenare la polemica, da un lato per i tempi, dall’altro per i servizi che i Ppi offriranno. Tra i comitati nati in difesa degli Ospedali di Gemona e Cividale, infatti, serpeggia il malumore perché non è previsto il servizio di emergenza.

Ad entrare nel merito delle tempistiche, invece, è la consigliera regionale del Pd, Mariagrazia Santoro: “Dopo due anni di chiusura dei due Punti di primo intervento, a ottobre dello scorso anno era arrivata la rassicurazione da parte dell’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, di una riapertura a febbraio del 2023 – dice l’esponente dem -. Oggi ci troviamo, a meno di un mese, con l’impresa aggiudicataria ancora in cerca di personale che evidentemente non aveva quando ha vinto il bando. Questo è solo uno degli aspetti negativi delle scelte politiche che la Giunta Fedriga sta portando avanti: sono troppi gli indizi che fanno pensare a un piano ben preciso per indebolire la sanità pubblica e offrire come soluzione di tutti i mali il privato”.