Montagna friulana, calano i residenti ma crescono le imprese e sono più “rosa” che altrove

Focus sulle imprese della montagna friulana.

La montagna friulana mostra segnali di vitalità economica sorprendenti, nonostante il calo demografico. Secondo l’ultima analisi del Centro Studi della Camera di Commercio Pordenone-Udine, per il quarto anno consecutivo il saldo tra nuove imprese e cessazioni è risultato positivo, segnando un’inversione di tendenza rispetto al passato decennale.

I settori delle imprese montane.

Al 31 dicembre 2024, le imprese registrate in montagna erano 5.018, con un incremento di 43 unità rispetto all’anno precedente (+0,9%). A trainare la crescita sono stati soprattutto i servizi (+5,5%) e le costruzioni (+1,6%), mentre commercio (-0,7%), industria (-1,2%) e alloggio e ristorazione (-0,3%) hanno segnato cali o stabilità.

Il tessuto produttivo della montagna conferma la sua specificità: alloggio e ristorazione rappresentano il 17,1% del totale, quasi il doppio della media regionale (9,4%), il primario pesa per il 17,9% (contro 12,7%), mentre il commercio si attesta al 14,2% (media regionale 18,5%), l’industria al 12,3% (media 14,8%) e i servizi al 38,5% (media regionale 39,6%).

L’identikit dell’impresa in montagna.

La montagna si distingue anche per la forte presenza femminile nell’imprenditoria: il 26,4% delle imprese è guidato da donne, rispetto al 22,5% regionale, con punte del 30,1% in Canal del Ferro e Val Canale. L’incidenza di imprese artigiane (29%) e giovanili (8,4%) supera leggermente la media regionale (28,6% e 7,6%).

Le criticità: il calo di popolazione e l’accessibilità.

Nonostante questi segnali positivi, il territorio montano deve fare i conti con un calo demografico significativo: tra il 2019 e il 2025 la popolazione dei 58 comuni montani del Fvg è scesa da 63.371 a 59.865 residenti (-5,5%), molto più marcato rispetto al -1,3% regionale. La situazione più critica si registra nel Canal del Ferro e Val Canale, con un indice di popolazione passato da 100 a 93,7.

“I dati di questo studio ci raccontano una montagna che, nonostante il costante e doloroso calo demografico, sta dimostrando di possedere una capacità di reagire e di attrarre iniziative, soprattutto nei servizi e nelle filiere legate al turismo e all’abitare, come l’alloggio e le costruzioni” commenta Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio Pordenone-Udine.

“Il saldo positivo delle imprese registrato non è un evento isolato, ma il segnale di una trasformazione che dobbiamo sostenere come istituzioni. È fondamentale continuare a monitorare con precisione l’andamento economico della montagna, perché è l’unico modo per dare basi solide alle politiche di sviluppo. Noi istituzioni abbiamo l’obbligo di creare condizioni strutturali, soprattutto migliorando infrastrutture e accessibilità, affinché si possa non solo continuare a vivere, ma anche tornare a vivere e lavorare in montagna con prospettive di futuro” conclude.

L’accessibilità resta la grande sfida: due terzi dei 58 comuni montani sono periferici o ultra-periferici, con distanze medie di 63,9 minuti dall’aeroporto più vicino (74,5 minuti nel Pordenonese montano), 44,3 minuti dalla stazione ferroviaria con servizio passeggeri attivo (52,5 minuti in Carnia) e 23,1 minuti dall’accesso autostradale. Una nota positiva arriva dal turismo: 30 comuni (51,7%) sono classificati ad alta o molto alta densità turistica, vicini a siti naturalistici e culturali di rilievo.