Aldo Colonnello aveva 85 anni: nel 2016 aveva ricevuto la laurea magistrale honoris causa in Scienze della Formazione primaria.
Il Friuli dice addio ad Aldo Colonnello, maestro elementare, intellettuale, educatore nel senso più alto e autentico del termine. Colonnello si è spento nei giorni scorsi all’età di 85 anni, lasciando un’eredità fatta di sapere, dedizione e gentilezza. Per quasi quarant’anni ha insegnato nelle scuole primarie del Friuli , segnando con la sua presenza il percorso formativo e umano di intere generazioni.
Nato a Spilimbergo nel 1940, Colonnello si diploma all’Istituto magistrale “Caterina Percoto” di Udine e intraprende giovanissimo la strada dell’insegnamento. Dopo il servizio pre-ruolo svolto nel 1959 alla caserma di Maniago e alla scuola popolare di Tramonti di Sotto, entra ufficialmente in ruolo nel 1962. Insegna prima a Navarons di Meduno, poi a Claut e quindi a Fanna. Dal 1967 si stabilisce a Grizzo, frazione di Montereale Valcellina, dove rimarrà fino alla pensione nel 1997.
“Portò nelle scuole del Friuli un’aria nuova, fatta di sperimentazione e curiosità, insegnando ai bambini a guardare oltre i confini dei libri di testo, tanto da essere riconosciuto e apprezzato da grandi pedagogisti del tempo. La sua sete di cultura lo spinse a fondare la Biblioteca civica di Montereale, che divenne presto un cuore pulsante di incontri e iniziative, e a dedicarsi con entusiasmo all’archeologia, riportando alla luce frammenti di storia antica”, racconta Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG.
“Nel 1989 diede vita al Circolo culturale Menocchio: un luogo di libertà e confronto, capace di attrarre studiosi, poeti e intellettuali da tutta Italia. Qui Colonnello intrecciò dialoghi con figure come Carlo Ginzburg, Elio Bartolini, Federico Tavan, Pierluigi Cappello e Claudio Magris, e seppe dare voce a una terra che voleva raccontarsi al mondo – continua Moretuzzo – . La sua apertura, riconosciuta da pensatori come Predrag Matvejevič, lo rese simbolo di pace e convivenza, un uomo capace di unire radicamento nella terra friulana e respiro universale. La sua vita è stata una rete di amicizie, di libri, di scavi e di parole condivise – conclude Moretuzzo –: un mosaico che racconta la forza di chi crede che la cultura sia un ponte e non un confine. Per questo, molti lo hanno definito un Menocchio del nostro tempo: un intellettuale che ha saputo incarnare lo spirito di libertà e ricerca che rende viva una comunità, lasciando un segno indelebile nel Friuli e oltre”.
La laurea magistrale honoris causa
Nel 2016 l’Università di Udine gli conferisce la laurea magistrale honoris causa in Scienze della Formazione primaria, riconoscendo in lui un esempio di “maestro di vita” capace di coniugare il rigore pedagogico con una profonda visione culturale.
La laurea magistrale honoris causa gli fu assegnata “Per le sue chiare virtù di cuore, di carattere e di intelletto, per l’appassionato contributo al rinnovamento didattico della scuola primaria, per la grande capacità di mediare tra istanze diverse, promuovendo la cultura della pace e della convivenza tra i popoli, e per le numerose pubblicazioni di cui è stato curatore, per la specifica competenza nei settori scientifico-disciplinari di un dipartimento dell’Ateneo”.




