La stampa in 3D ridà vita a un Crocifisso seicentesco: è la prima volta in Friuli

Foto di Francesco Candoni

La stampa 3D usata per un restauro ligneo.

Tecnologie d’avanguardia al servizio della tradizione: a Forni Avoltri è stato completato il primo intervento in Friuli Venezia Giulia che utilizza la stampa 3D e il reverse engineering per la conservazione di un’opera d’arte lignea del XVII secolo: un Crocifisso in cirmolo e larice, simbolo di devozione popolare e raro esempio di scultura devozionale oltralpina.

Il progetto è stato realizzato grazie al contributo tecnologico e progettuale di TEC4I FVG, che ha messo a disposizione il laboratorio H-ARP e le proprie competenze digitali per affiancare il restauratore Francesco Candoni, specialista nel recupero di opere lignee.

“La qualità della ricostruzione digitale ha permesso di ripristinare parti fondamentali dell’opera, nel pieno rispetto dei criteri conservativi e con la massima reversibilità – spiega Candoni -. Un esempio virtuoso di come nuove tecnologie e tutela del patrimonio possano dialogare“.

Un’opera preziosa e una storia di comunità

Il Crocifisso, donato al Comune di Forni Avoltri dalla famiglia Agostinis di Collina, proviene secondo le testimonianze orali dalla vicina Carinzia, in particolare da Lesachtal. La figura del Cristo, realizzata con grande finezza, mostra dettagli anatomici di rara qualità, come la rete venosa ottenuta con cordicelle stuccate e dipinte. Il tempo, però, aveva causato la perdita di diverse dita delle mani e dei piedi, rendendo necessario un intervento complesso e innovativo.

La tecnologia al servizio del restauro

L’opera è stata digitalizzata con uno scanner 3D a luce strutturata. Le parti mancanti sono state ricostruite digitalmente e poi realizzate in polimero tramite stampa 3D. I nuovi elementi sono stati quindi consegnati al restauratore, che li ha adattati e integrati manualmente, mantenendo la coerenza estetica e cromatica.

“Con questo progetto, TEC4I FVG conferma il proprio impegno a mettere l’innovazione al servizio del patrimonio culturale” commenta l’amministratore delegato Filippo Bianco. “Siamo orgogliosi di aver contribuito a preservare la memoria collettiva di una comunità e di dimostrare il potenziale della stampa 3D nel settore del restauro”.

Anche Luigi Valan, tecnico esperto di TEC4I FVG, sottolinea: “Le nuove tecnologie non solo possono aiutare la conservazione del patrimonio culturale, ma anche renderlo inclusivo e accessibile a un pubblico più ampio”.

Dal laboratorio al museo

Il Crocifisso è stato presentato ufficialmente in occasione della festa di San Bartolomeo, patrono di Collinetta, e verrà custodito al Museo Etnografico di Forni Avoltri. L’assessore al turismo e commercio Sara Moz ricorda come l’opera provenga dalla casa di Callisto Agostinis, emigrato a Torino per lavorare alla FIAT, e sia stata donata al Comune dalla sua famiglia.

Il museo raccoglie centinaia di oggetti offerti dagli abitanti – utensili, arredi, costumi – che raccontano la vita quotidiana tra ’800 e ’900, e ospita anche una mostra permanente sulla Grande Guerra con reperti originali. Dal 2008 fa parte della rete CarniaMusei ed è riconosciuto dalla Soprintendenza regionale come patrimonio di importante valore storico e culturale.

Il valore autentico non è solo negli oggetti, ma nelle storie che essi rappresentano – sottolinea Moz -. Per questo la collaborazione con realtà come TEC4I FVG e la mappatura territoriale condotta dalla dott.ssa Nicoletta Ermacora sono fondamentali: ci permettono di valorizzare e diffondere la conoscenza della nostra cultura e delle nostre radici”.

Foto di Francesco Candoni
Foto di Francesco Candoni