Lingua friulana “proibita” in consiglio comunale, scoppia il caso a Gorizia

L’utilizzo del friulano negato in consiglio comunale a Gorizia.

“Un tempo a Gorizia nell’assemblea cittadina si parlava italiano, tedesco, sloveno e friulano, segno di una città aperta alle diversità e profondamente europea. Oggi evidentemente non è più così e in consiglio comunale viene negata la possibilità di esprimersi in friulano. I diritti linguistici devono essere garantiti e questo deve valere anche per la minoranza friulana”. È il commento del capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, dopo che, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Gorizia, è stato impedito ad un consigliere di intervenire in lingua friulana, adducendo ragioni regolamentari.

“Eppure il Comune di Gorizia fa parte dei Comuni friulanofoni delimitati dalla legge 482/1999 e questa, insieme alla legge regionale per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana (29/2007, ndr), stabilisce esplicitamente che in questi territori i consiglieri comunali hanno il diritto di parlare in friulano nelle attività delle assemblee di cui fanno parte – ricorda Moretuzzo –. Presenteremo un’interrogazione alla Giunta regionale per sapere, anche alla luce della prossima approvazione del nuovo Piano generale di politica linguistica, quali azioni intenda adottare per garantire che si rispettino la normativa vigente e i diritti in tutte le istituzioni del territorio friulano”.