Terapia intensiva di Gorizia a rischio chiusura, smentita di Riccardi. L’opposizione: “Preoccupati per l’ospedale”

La vicenda della chiusura del reparto dell’ospedale a Gorizia.

Nessuna chiusura della terapia intensiva per l’ospedale di Gorizia. Dopo l’allarme lanciato dalle opposizioni in Consiglio regionale Fvg, è lo stesso assessore alla Salute del Fvg, Riccardo Riccardi, a gettare acqua sul fuoco insieme con l’Asugi.

Ed è la stessa Asugi che ha voluto informare che a partire da lunedì 7 dicembre, per far fronte all’emergenza, la Struttura di malattie infettive ha aumentato la dotazione dei posti letto con ulteriori 5 unità: si potranno accogliere fino ad un massimo di 33 pazienti. Inoltre, sempre in un’ottica di continuo riassetto dei posti letto e di acquisizione di nuovo personale o implementazione di unità derivanti da altri presidi ospedalieri di Asugi, per quanto riguarda la terapia intensiva di Gorizia, il reparto resta operativo ed attualmente ospita 7 pazienti non covid e non c’è alcuna previsione di chiusura.

“Sinceramente – ha commentato Riccardi – spiace vedere come una certa opposizione che siede sui banchi del Consiglio regionale, sulla base di presunte indiscrezioni alla fine puntualmente smentite, delegittimi colpevolmente il lavoro quotidiano degli operatori del sistema sanitario regionale impegnato h 24 in questo momento a fronteggiare la pandemia. Ci vorrebbe responsabilità – ha proseguito il vicegovernatore con delega alla Salute -, la stessa che ha indotto il sottoscritto a non formulare mai critiche dirette al Governo, nonostante le manchevolezze e gli oggettivi ritardi emersi in questi dieci mesi. Quando si lavora funziona così. Evidentemente però c’è chi si attacca ad ogni diceria priva di fondamento per infangare coloro i quali con fatica stanno cercando di salvare la vita delle persone. Una cosa infatti è fare opposizione basandosi su atti concreti e ufficiali, altro è usare l’ultima delle voci di corridoio per screditare un intero sistema“.

A lanciare per primi l’allarme sul rischio di chiusura del reparto goriziano era stata la capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Ilaria Dal Zovo “Ci giunge notizia – aveva commentato – che mercoledì 9 dicembre verrà decisa la chiusura della terapia intensiva di Gorizia. Con una nostra interrogazione alla Giunta regionale, avevamo chiesto rassicurazioni in merito all’assessore Riccardi, ma la sua risposta era stata tutt’altro che tranquillizzante. E ora, purtroppo, ne potremmo avere la conferma. Le notizie che ci arrivano – aveva proseguito la capogruppo – sono che a Gorizia attualmente ci sono 50 persone in reparto Covid di cui molti con ventilazione assistita, casco o altre forme di ventilazione, oltre a 7 pazienti non-Covid in terapia intensiva. Chiudere quest’ultima per spostare il personale a Trieste, lasciando il territorio dell’alto isontino scoperto per questo servizio, sarebbe molto preoccupante – affermava ancora Dal Zovo -. E la situazione nel Pronto soccorso non è migliore”.

Preoccupazione per il futuro del reparto di rianimazione dell’ospedale di Gorizia era stata espressa anche dal Gruppo consiliare dei Cittadini. “Poiché nell’ospedale sono già stati attivati 65 posti letto per pazienti Covid a media intensità, reparto per altro privo del medico di guardia notturna attiva propria, e poiché una parte non trascurabile di questi pazienti necessita di assistenza respiratoria, riteniamo che privare la struttura del servizio di rianimazione potrebbe essere estremamente grave”, avevano spiegato i consiglieri Simona Liguori e Tiziano Centis. Il mantenimento del reparto di rianimazione a Gorizia, per come è strutturato, oltre a garantire l’assistenza ai pazienti contagiati – avevano concluso – permetterebbe di far fronte anche ad altre urgenze mediche e chirurgiche non legate alla pandemia e il mantenimento dell’unità coronarica. Per questi motivi diciamo no alla chiusura della rianimazione”.

Entrando nel merito della risposta agli attacchi da parte delle opposizioni, Riccardi ha precisato che dal 16 dicembre saranno pienamente operativi tutti i 30 posti letto di terapia intensiva Covid al 12° piano di Cattinara. “Questo – ha spiegato l’assessore – è possibile grazie alla collaborazione di personale infermieristico e anestesisti, perfettamente formati e competenti per affrontare situazioni di criticità, dei presidi di Gorizia e Monfalcone che supporteranno i validissimi professionisti di Trieste. L’attività chirurgica in emergenza ed oncologica sarà mantenuta in entrambe le sedi oltre che ovviamente a Cattinara“.

L’Asugi ha poi precisato anche che i pazienti Covid che necessitano di terapia intensiva vengono accolti dal Presidio ospedaliero di Cattinara, come da protocollo che prevede che sia l’ospedale hub a ricoverare i pazienti Covid che necessitano di terapie intensive. Per il sistema di rete che vige tra gli ospedali di Asugi è prevista pertanto la collaborazione anche tra personale ed equipe mediche che possono essere spostate per garantire la miglior assistenza sanitaria necessaria in relazione al contesto.