Il lavoro da remoto ha rappresentato una vera e propria rivoluzione sociale, economica e culturale, offrendo una maggiore flessibilità, un migliore equilibrio tra vita privata e professionale e la possibilità di collaborare con talenti distribuiti in tutto il mondo.
Questa modalità continua a essere molto apprezzata ed, entro la fine del 2025, si stima che il 42% dei lavoratori svolgerà attività da casa almeno una volta alla settimana.
Accanto ai vantaggi in termini di libertà e produttività, il lavoro a distanza porta però con sé nuove superfici di attacco che i malintenzionati possono sfruttare per rubare i dati aziendali o per portare a termine altre tipologie di attività malevoli.
Le vulnerabilità principali del lavoro da remoto
Il passaggio a team distribuiti ha ampliato in modo significativo il numero di minacce che le aziende devono affrontare.
Il phishing continua a essere la tipologia più comune. Nel 2024 quasi il 67,4% delle campagne malevoli ha sfruttato strumenti di AI per rendere le email più credibili, con un aumento complessivo del 58,2% rispetto all’anno precedente. Messaggi formulati in modo impeccabile facilitano il furto di credenziali e l’installazione di malware, soprattutto quando i dipendenti accedono alla posta al di fuori dell’azienda.
A questo si aggiungono le reti non protette. Molti lavoratori utilizzano connessioni Wi-Fi pubbliche o router domestici con impostazioni obsolete, creando un terreno ideale per gli attacchi Man-in-the-Middle.
L’uso di dispositivi personali senza adeguati controlli aumenta ulteriormente l’esposizione. Senza antivirus aggiornati o sistemi di gestione centralizzata diventa più semplice sfruttare anche una sola macchina vulnerabile per compromettere l’intera rete aziendale.
In aggiunta, il fenomeno del malware e del ransomware è in forte crescita. In Italia gli attacchi di questa tipologia sono aumentati del 70% nel 2024, con punte del +269% nei casi più gravi. Manifatturiero e PMI restano i settori più colpiti, mentre Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto registrano il maggior numero di incidenti.
Infine, la gestione delle password continua a rappresentare un punto critico. Il riutilizzo delle stesse credenziali su più piattaforme, unito alla mancanza di un password manager, facilita gli accessi non autorizzati e i movimenti laterali all’interno delle reti aziendali.
Le strategie davvero efficaci per lavorare da remoto in sicurezza
Per ridurre i rischi legati al lavoro da remoto è utile adottare un approccio multilivello che unisca tecnologia, formazione e politiche aziendali chiare. Una delle misure più importanti è l’uso delle Virtual Private Network (VPN). Una VPN crittografa la connessione, protegge le comunicazioni e limita la possibilità che i dati sensibili vengano intercettati, soprattutto quando ci si collega da reti Wi-Fi non protette.
Per le aziende che operano con più sedi o team remoti, una soluzione di VPN da sito a sito diventa ancora più strategica. Ciò consente, infatti, di estendere la protezione all’intera infrastruttura, mantenendo sicuri i flussi di dati e garantendo una comunicazione conforme agli standard interni.
Accanto alle VPN, ci sono altre misure che aiutano a rafforzare in modo concreto la sicurezza nel lavoro da remoto:
- Autenticazione a più fattori (MFA). Aggiunge un secondo passaggio oltre alla password, come un codice monouso, e rende molto più difficile per un attaccante accedere agli account anche quando le credenziali sono state compromesse.
- Gestione degli endpoint (EDR e UEM). Mantenere i dispositivi aggiornati e dotati di strumenti di rilevamento delle minacce aiuta a individuare le attività sospette e ad applicare le policy di sicurezza in modo coerente su tutti gli endpoint remoti.
- Aggiornamenti regolari. Tenere aggiornati sistemi operativi e software riduce la possibilità che vulnerabilità note vengano sfruttate, uno dei metodi più comuni usati nei cyberattacchi.
- Formazione sulla sicurezza. Una formazione costante aiuta i dipendenti a riconoscere i tentativi di phishing, a gestire meglio i dati sensibili, oltre che a usare password più sicure.
- Crittografia dei dati. Strumenti come BitLocker o VeraCrypt proteggono i file salvati sui dispositivi e le informazioni in transito, rendendole inutilizzabili in caso di intercettazione.
Con un insieme coordinato di queste misure, le aziende possono proteggere i propri dati e mantenere la continuità operativa anche in un contesto sempre più distribuito.




