Le fortificazioni della Guerra Fredda: alla riscoperta delle difese in Val Resia

Il convegno sulle strutture della Guerra Fredda della Val Resia.

Martedì 3 giugno a Palazzo Antonini Stringher (Fondazione Friuli), a Udine, si è tenuto il convegno ‘Sbarramenti difensivi di Serra Carnizza e Passo Tanamea tra passato e futuro’. La giornata di studi organizzata dal Comune di Resia con l’Ecomuseo Val Resia e il Parco Naturale delle Prealpi Giulie – Riserva di Biosfera Alpi Giulie, ha avuto l’obiettivo di presentare la ricerca documentale, il censimento e il rilievo delle opere fortificate del territorio. Non solo Grande Guerra, ma focus sulla Guerra Fredda. Un patrimonio storico, coperto dal segreto di Stato fino agli anni Novanta, oggi è pronto per incontrare il pubblico.

“L’amministrazione comunale – ha spiegato Anna Micelli, sindaco di Resia – ha voluto estendere la ricerca, prima limitata solo al periodo storico compreso tra gli anni Trenta e Novanta del secolo scorso e, in particolare, alle vicende accadute durante la Prima Guerra Mondiale. La Val Resia fu il teatro di una delle maggiori battaglie della Ritirata di Caporetto. Abbiamo ritenuto necessario aggiornare la ricerca, focalizzandoci su un’epoca più vicina a noi e su una serie di manufatti fortificati che sono stati protagonisti del periodo storico della Guerra Fredda”.

All’ evento introdotto dal Presidente di Fondazione Friuli Bruno Malattia e dal consigliere regionale Elia Miani, hanno partecipato il Comandante della Brigata Alpina Julia Gen. Francesco Maioriello, il comandande dell’8° Reggimento Alpini della Brigata Alpina Julia Col. Lorenzo Rivi e il Comandante del 12° Reparto Infrastrutture Ten.Col. Ivano Borserini. Le relazioni sull’attività svolta sono state tenute da Matteo Chiaruttini. Sono state inoltre presentate le esperienze della Rete Italiana European Green Bealt, a cura della presidente Francesca Visintin e di Domenico Giatti, sindaco di Villa Santina; Nicola Revelant, responsabile Ufficio Progetti Strategici Promoturismo FVG, ha illustrato le prospettive di valorizzazione turistica dei luoghi della Guerra Fredda.

Un patrimonio che ora ha anche un suo censimento.

Un patrimonio dal valore storico unico ma privo, finora, di un apparato documentale. E’ stato quindi incaricato un esperto: il tecnico e autore Matteo Chiaruttini, collaboratore dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito per studi e pubblicazioni inerenti alla fortificazione permanente, e con il contributo di consulenti storici di spessore, come i generali Filippo Cappellano ed Enzo Mosolo. Il lavoro ha fornito l’esatta ubicazione degli sbarramenti difensivi, le caratteristiche tecniche e la storia delle fortificazioni; lo strumento tecnico è composto da 17 fascicoli per un totale di oltre 280 pagine.

“Vi hanno collaborato anche numerosi privati che hanno concesso immagini e fornito testimonianze riferite a particolari periodi storici. Il risultato ha portato alla schedatura di 15 manufatti che spaziano dalle estese opere in caverna risalenti al Vallo Alpino fino alle più piccole postazioni del dopoguerra, sviluppate per operare in un contesto dove si temeva anche l’utilizzo di ordigni nucleari”, aggiunge la sindaco.

Un convegno significativo alla presenza di autorità militari e ospiti importanti, per costruire nuove progettualità che ci permettano non solo di raccontare la storia del 900 ma anche e soprattutto di onorare una memoria che dobbiamo custodire e tramandare alle nuove generazioni.