Riparano la rete idrica e spuntano i resti dell’antica Tergeste vicino a San Giusto

Trieste, eccezionale ritrovamento duranti i lavori di AcegasApsAmga.

Continuano ad affiorare i resti della Tergeste Antica. L’ultimo in ordine di tempo, un imponente muro forse riconducibile ai sistemi fortificatori tardoantichi della sommità del colle di San Giusto di Trieste.

L’eccezionale ritrovamento è emerso in seguito ad alcuni lavori condotti a settembre scorso da parte di AcegasApsAmga per la riparazione di una perdita della rete idrica nella parte alta di via della Cattedrale a Trieste, proprio in prossimità della scalinata antistante al piazzale della chiesa di San Giusto

A seguito della segnalazione, la Soprintendenza ha subito avviato le attività di rilievo e sta ora coordinando le verifiche necessarie. Grazie alla collaborazione con AcegasApsAmga, che ha incaricato per la sorveglianza archeologica e per gli approfondimenti stratigrafici l’impresa Archeotest, l’area di scavo è stata ampliata riscoprendo importanti evidenze archeologiche.

L’approfondimento ha rilevato che il poderoso muro, edificato con orientamento traverso rispetto all’asse viario romano, è impostato su preesistenti strutture, solo in parte per ora messe in luce, ma probabilmente interpretabili come opere di terrazzamento di epoca romana. Le fondazioni del muro individuato poggiano inoltre sui resti di un magazzino di forma circolare di epoca tardoromana, che conservava ancora sul fondo parte dei semi che furono lì custoditi e tracce dell’incendio di un rivestimento in tavole di legno.Una volta abbandonato, subito prima della costruzione del grande muro, il silos è stato riempito da frammenti architettonici e da un enorme blocco di pietra squadrato, con cornici scolpite, che riporta tracce di un’iscrizione.

Il blocco proviene con ogni probabilità dalla soprastante area, dove si trovano i monumentali Propilei, da poco restaurati e resi nuovamente accessibili al pubblico nella parte inglobata nel campanile della Cattedrale di San Giusto, accanto a quella già visibile sotto il piazzale, accedendo dal limitrofo Museo d’antichità Winckelmann.

Le indagini sono attualmente in corso e si prevede di portare in luce l’intero perimetro del magazzino, effettuando analisi paleobotaniche delle sementi, e di procedere alla messa in luce del blocco architettonico, per poter così svelare il testo dell’iscrizione e procedere al suo consolidamento ed eventuale recupero.