Dagli scavi di Aquileia affiora una nuova piazza ancora intatta

La scoperta ad Aquileia durante gli scavi dell’Università di Verona.

Una nuova piazza dell’Aquileia tardoantica. Il più importante sito archeologico della regione non smette di stupire studiosi, storici e archeologi continuando a far affiorare i resti di un fasto passato. Assieme alle altre due in vista nell’area, la nuova piazza scoperta attesta la vitalità dell’intero complesso di carattere commerciale, che, posto immediatamente a sud della basilica, costituiva il cuore pulsante della vita economica e sociale dell’Aquileia tardoantica.

Una équipe dell’Università di Verona, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva, ha infatti da pochi giorni concluso una nuova campagna di scavo nell’area del Fondo ex Pasqualis, posto all’estremità sud-occidentale di Aquileia.

“I lavori di quest’anno hanno evidenziato come il mercato oggetto delle indagini costituisca uno straordinario e unico caso nell’intero Impero per monumentalità e differenziazione delle aree di vendita, a seconda dei prodotti commercializzati – spiega Basso -. In effetti, gli scavi hanno portato alla luce un nuovo e finora ignoto edificio che faceva parte del complesso, posto a occidente dei due già individuati nel 1953-54 da Giovanni Brusin, in un terreno non indagato in quegli anni per la presenza di un vigneto allora in uso. Confermando le anomalie emerse con le prospezioni geofisiche condotte nel 2018, sono emerse una piazza ancora intatta nella sua pavimentazione in lastre in calcare di Aurisina, estesa per 26 metri in lunghezza e 6 in larghezza, e due serie di basi allineate ai lati, pertinenti ai pilastri dei portici che la attorniavano”.

Di grande interesse sono anche alcune tracce di vita quotidiana, che permettono di popolare i resti strutturali: si tratta di incassi regolari per giochi con pedine che si osservano sul cordolo laterale alla pavimentazione, a riprova che nella piazza e nelle botteghe e bancarelle correlate non solo si vendeva e comprava, ma anche si sostava e passava del tempo a giocare e chiacchierare con altri avventori e che dunque questi mercati erano luoghi di incontro e di socialità di centrale importanza urbana.

Negli anni futuri – aggiunge l’archeologa – sarà importante continuare le indagini di scavo per accertare l’esistenza di un’ulteriore quarta piazza – già individuata dal Brusin, ma senza lasciarne adeguata documentazione – nel settore orientale del terreno e per verificare le relazioni fra tutte queste strutture, ricostruendo così l’aspetto unitario del complesso. Inoltre, la ripresa delle indagini mirerà anche a verificare se i mercati, come crediamo, abbiano conosciuto fasi di vita precedenti a quelle di V secolo, oggi visibili in sito, cui rimandano i materiali e le monete raccolti con gli scavi”.