Click day per i contributi alle imprese del Friuli, il sito della Regione va subito giù. Mare di polemiche

Caos per accedere ai contributi alle imprese.

In molti, questa mattina, di buon’ora si sono messi davanti al computer. Obiettivo: accedere ai contributi a fondo perduto a sostegno di turismo, commercio, artigianato e servizi alla persona messi a disposizione dalla Regione Fvg.

Tanti, però, hanno dovuto fare i conti con il “crash” del sistema informatico. Sito dell’amministrazione regionale bloccato, utenti infuriati e molta pazienza: è stata una mattinata di passione. Dopo mesi di lockdown, e relativi problemi economici, per molti professionisti è sembrata una vera e propria beffa. “E stamattina si va sul sito regione Fvg per chiedere 1.400 euro di contributi a fondo perduto alle imprese… non so Dejavù… o altro attacco degli Hacker?” è la rabbia ironica di un titolare d’azienda, che posta sui social la foto della schermata di errore offerta dal sistema. “Utilizzo due diverse connessioni internet – racconta un altro -, risultato: il sito è bloccato”. A riprova, un altro screenshot. La piattaforma Insiel, insomma, è finita nel mirino di quanti non sono riusciti ad accedere.

Diverse ore di attesa, dunque, per chi si voleva “prenotare” per accedere ai contributi offerti dalla Regione Fvg. Il sostegno va dai 500 euro a beneficio, per esempio, di guide turistiche e agenti di commercio, fino ai 4.000 euro per alberghi, campeggi, villaggi turistici, parchi tematici e marina resort. In mezzo, con entità variabili di beneficio, numerose attività, dai bed and breakfast agli agriturismi, gestori di impianti di carburante e agenzie immobiliari, per citare alcuni casi.

La situazione si è poi sbloccata, ma il sito della Regione è rimasto inaccessibile per ore. E anche se la situazione si è normalizzata, le polemiche restano. “Sono 13 mila le domande processate dal sistema alle ore 18: nel primo giorno ci aspettavamo numeri importanti e siamo soddisfatti per come il sistema sta rispondendo” è il bilancio, aggiornato nel tardo pomeriggio, di Sergio Emidio Bini. L’assessore regionale alle Attività Produttive ha aggiunto che “i flussi stanno procedendo regolarmente, a parte dei rallentamenti iniziali”. Nel ribadire che quello di oggi non è un “click day”, ma che ci sarà tempo per inoltrare le domande fino al 26 giugno per tutti coloro che hanno i requisiti previsti dal bando, Bini ha invitato “tutti i potenziali beneficiari a approfittare dell’intero arco di tempo. Tutte le domande regolarmente processate – ha ribadito l’assessore – saranno coperte dal beneficio”.

“Questa mattina, malgrado sia stato comunicato in anticipo a ogni livello che per fare richiesta di contributo si potrà aspettare fino al 26 giugno, si sono registrati 3mila accessi immediati in avvio per partecipare al click day. Perfino la piattaforma dell’Inps, costata ben 700 milioni di euro, era crollata davanti a una simile miriade di contatti in singole unità di tempo”, si è “giustificato” anche Sebastiano Callari, assessore regionale ai Sistemi Informativi.

Le opposizioni sono partite all’attacco. “Senza neppure entrare nel merito della piattaforma – ha esordito il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Sergio Bolzonelloricordo che da trenta giorni, e non da uno, il sottoscritto e qualche altro collega chiedevano all’assessore Bini, ai dirigenti delle Attività produttive e, quindi, anche alla Giunta, di non fare un click day perché non avrebbe retto”. “Ci sono state due pubblicazioni con i codici e alcuni commercianti – ha sottolineato il consigliere M5S, Cristian Sergosono risultati esclusi nella seconda. Considero il decreto un atto ufficiale, quei commercianti ai quali venerdì erano stati garantiti i soldi e che si sono preparati per questa mattina, anche se esclusi in seconda battuta hanno diritto di veder soddisfatte le rispettive domande”.

Polemiche politiche a parte, resta la rabbia per una mattinata complicata, condita da tanta pazienza davanti al computer. Per le imprese del Fvg, già messe a dura prova dal coronavirus, uno “scherzo informatico” tutt’altro che gradito.