Indagato un pensionato di Nimis finto capo della Guardia forestale: perquisizione decisiva dopo due episodi sospetti.
Scoperto ex agente in pensione, finto capo della forestale: indossava copricapo ufficiali con l’aquila dorata e si presentava come “comandante della Guardia forestale”, pur essendo in pensione da tempo. Un uomo residente a Nimis è finito sotto inchiesta per “possesso di segni distintivi contraffatti”, reato che punisce chi si appropria di simboli e fregi delle forze dell’ordine per trarne vantaggi personali.
Il primo episodio: il capriolo morto.
La vicenda inizia nell’agosto 2023, quando tre minorenni in vacanza in Friuli Venezia Giulia trovano un capriolo senza vita lungo il “sentiero degli innamorati”, nei pressi di Montemaggiore di Taipana. Un’automobile si ferma: il conducente si qualifica come “capo della forestale”, mostra un cappello con stemma ufficiale e carica l’animale sul bagagliaio, sostenendo di doverlo portare a un laboratorio per le analisi.
Insospettiti dal comportamento e dai segni di sanguinamento dell’animale, i ragazzi avvisano la Stazione del Corpo forestale di Attimis, fornendo descrizione e targa del veicolo. La Procura di Udine apre un fascicolo per caccia in periodo di divieto e falsa identità, ma l’identificazione dell’uomo resta incerta e il decreto di perquisizione viene sospeso.
La seconda segnalazione: legname e falsi gradi.
Un anno dopo, nell’agosto 2024, un cittadino di Nimis denuncia un episodio analogo. Mentre sgombera la strada da piante cadute dopo un temporale, viene avvicinato da un automobilista anziano che lo accusa di asportare abusivamente legna. Di fronte alla richiesta di identificarsi, l’uomo indica il cruscotto dove spiccano due copricapo con l’aquila dorata e afferma di essere il “comandante della Guardia forestale”.
La perquisizione e la scoperta.
La nuova segnalazione consente alla Procura di disporre una perquisizione domiciliare. Nella casa dell’indagato gli investigatori trovano ciò che sospettavano: due copricapo di rappresentanza con fregi e galloncini da maresciallo forestale superiore, appartenenti al Corpo forestale regionale (CFR) e mai restituiti al termine del servizio. Secondo il regolamento, infatti, ogni equipaggiamento ufficiale deve essere riconsegnato al momento del pensionamento, norma che l’uomo – già in forza alla Direzione centrale Risorse agroalimentari, forestali e ittiche – avrebbe violato.
Il reato di “possesso di segni distintivi contraffatti” prevede la reclusione da due a cinque anni. In questo caso, tuttavia, l’Autorità giudiziaria ha deciso di non procedere per la “particolare tenuità del fatto”, pur riconoscendo la sussistenza delle violazioni.