Frontale ritornando da Lignano, 25enne a processo per l’incidente costato la vita a Federica Scottà

Il processo per l’incidente costato la vita a Federica Scottà.

Nulla e nessuno potranno mai riportare indietro Federica Scottà, la 48enne friulana morta nell’incidente a Francenigo di Gaiarine, ma i suoi familiari rimane almeno la consolazione che la loro cara non ha avuto colpa alcuna nel tragico incidente che le è costato la vita e che la responsabile della tragedia ora dovrà risponderne davanti alla giustizia.

A conclusione delle indagini preliminari del procedimento penale per il reato di omicidio stradale per la morte, ad appena 48 anni, della conosciutissima e compianta imprenditrice di Maron di Brugnera, nel pordenonese, il Pubblico Ministero della Procura di Treviso, Giovanni Valmassoi, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’automobilista che, con una fatale invasione della corsia opposta, ha causato il terribile frontale, e che è stata fin da subito indagata: si tratta della oggi venticinquenne E. T., di Silea (Tv).

Riscontrando la richiesta, il Gup Cristian Vettoruzzo, ha fissato per il 28 marzo 2023, alle 13 e 30, nel Tribunale della Marca, l’udienza preliminare di un processo dal quale i congiunti della vittima, assistiti da Studio3A e dall’avvocato Andrea Piccoli, del foro di Treviso, pur nella consapevolezza che nessuna pena potrebbe mai ripagare la loro perdita, si aspettano una condanna congrua, dopo mesi di dolore edi amarezze: “Mai una parola di scuse dall’imputata, non un briciolo di rimorso nella sua attività sui social anche nell’immediatezza del fatto”, hanno fatto sapere i familiari.

L’incidente.

Il sinistro si è verificato l’8 agosto 2021 in via per Brugnera, nei pressi dell’incrocio con via Maschio e del distributore di carburante della Energyca, nel centro abitato di Francenigo di Gaiarine, dove peraltro Federica Scottà aveva anche la sua attività, la Clever Due, rinomata azienda che da oltre trent’anni realizza, produce e distribuisce in tutto il mondo complementi d’arredo e oggetti sagomati in poliuretano e altri materiali: quel maledetto giorno d’estate la donna era stata al mare, a Lignano, per festeggiare il compleanno della nipote con tutti i parenti, aveva riaccompagnato a casa la mamma a Francenigo e stava rientrando nella sua abitazione, nella vicina Maron di Brugnera. Una giornata di festa finita in tragedia.

All’improvviso, infatti, la quarantottenne, che si trovava alla guida della sua Kia Sportage, si è trovata davanti la Volskwagen Tiguan condotta da E. T. a cui il Sostituto Procuratore contesta “colpa generica e specifica, in particolare in violazione degli art. 141 e 142 del Codice della Strada” per citare la richiesta di rinvio a giudizio.

Com’è stato accertato dalla perizia cinematica disposta dalla Procura per ricostruire la dinamica, le cause e tutte le responsabilità del sinistro, e affidata all’ingegner Enrico Bellomo, la venticinquenne, che procedeva nella direzione opposta rispetto alla vittima, ossia da Brugnera verso il centro di Francenigo, “a causa dell’elevata velocità di marcia non commisurata allo stato dei luoghi e alle condizioni del tratto stradale”, stimata in almeno 87 km/h dal consulente tecnico, contro il limite vigente di 50 km/h, durante una doppia curva (la prima a sinistra) ad ampio raggio di curvatura, “allargava la propria traiettoria sul lato destro fino a percorrere con le ruote destre della propria auto oltre 32 metri sulla banchina erbosa, per poi rientrare repentinamente e trasversalmente in carreggiata, invadendo la corsia opposta e costituendo quindi un ostacolo invalicabile ed inevitabile per l’autovettura condotta da Federica Scottà”.

Secondo la perizia la 48enne invece teneva una velocità di gran lunga inferiore, “ma non ebbe il tempo psicotecnico per effettuare alcuna manovra di emergenza atta a evitare l’impatto stante la repentinità dell’invasione di corsia della sopraggiungente Tiguan” conclude l’ingegner Bellomo ascrivendo quindi l’accaduto unicamente alla “imprudente e avventata condotta di guida” dell’imputata.

Alle operazioni peritali ha partecipato e dato il suo contribuito anche l’ingegner Alberto Conte, quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui i congiunti della vittima si sono affidati, attraverso il responsabile della sede di Treviso, Diego Tiso, per fare appunto piena luce sui fatti e ottenere giustizia.

Il resto, purtroppo, è tristemente noto: Federica, a causa dei gravissimi politraumi riportati nello schianto, è deceduta praticamente sul colpo, i sanitari accorsi anche con l’elisoccorso non hanno potuto nulla. L’imputata e il compagno trasportato nel Suv se la sono invece cavata con una prognosi, rispettivamente, di venti e cinque giorni.