Petrolio torna a frenare: scopriamo le preoccupazioni legate al greggio

L’andamento del prezzo del petrolio.

Si torna nuovamente a parlare di petrolio e di come il prezzo dell’oro nero stia tornando a diminuire. Si tratta di uno scenario a cui, senza ombra di dubbio, tutti coloro che hanno intenzione di investire sul prezzo petrolio devono prestare la massima attenzione, dal momento che potrebbe condizionare tutti i prossimi mesi.

Proviamo a comprendere meglio, quindi, quali potrebbero essere tutte quelle preoccupazioni che potrebbero trascinare il prezzo del petrolio in ritirata, scontrandosi con un sentimento decisamente ottimista che nelle ultime settimane stava facendo capolino tra i vari addetti ai lavori.

Il greggio sta allungando sempre di più il proprio trend negativo: gli analisti sono preoccupati? Bisogna sottolineare fin da subito che l’incremento delle scorte sul mercato a stelle e strisce è andato a unirsi a tutti quei pericoli legati a una ripresa della domanda che, come si poteva facilmente intuire, sta andando molto più lentamente di ogni previsione. A questo bisogna aggiungere l’insorgere delle varie problematiche legate alla campagna di vaccinazione con il vaccino di AstraZeneca, che adesso è stato sospeso in buona parte dei Paesi del Vecchio Continente.

I futures del greggio, ovvero WTI e Brent, hanno fatto registrare un passo indietro: se i primi stanno perdendo più dell’1%, bisogna mettere in evidenza come anche i secondi non se la stanno passando di sicuro meglio. Quello che si chiedono in tanti, al momento, è se questo trend al ribasso possa continuare ancora per tanto oppure se siamo di fronte solamente a una frenata temporanea.

I motivi del calo

A cominciare a instillare un po’ di timori negli addetti ai lavori sono stati gli ultimi giorni, dopo alcune settimane in cui i trader petroliferi hanno, in effetti, tratto diversi vantaggi. I prezzi del petrolio, infatti, erano tornati a toccare dei picchi in un trend che aveva preso il via pochi mesi fa, nel momento in cui hanno cominciato a circolare le prime notizie rassicuranti in merito all’efficacia dei vaccini.

Stando a quanto è stato riferito da parte di Oilprice, non sono state solo le notizie sui vaccini a stimolare questo trend in aumento del prezzo del petrolio. Infatti, pare che abbia contribuito anche la strategia che è stata perseguita da parte di Opec+, che ha proseguito nella politica di conservare una soglia massima in riferimento alla produzione. L’Arabia Saudita, ad esempio, ha portato a termine un taglio, unilaterale, addirittura pari a un milione di barili ogni giorno, oltre ovviamente alla sua quota già prestabilita. Una decisione che ha avuto un impatto decisamente importante in riferimento ai prezzi del petrolio, anche per via del fatto che, in questo modo, sono diminuite a livello globale le scorte di greggio.

Il ruolo degli attacchi Houthi alle infrastrutture in Arabia Saudita

Una serie di eventi concatenati, che ha conosciuto un altro scenario importante quando si è verificata una serie di raid da parte dei ribelli yemeniti Houthi nei confronti delle infrastrutture petrolifere che si trovano entro i confini sauditi. In questo modo, il Brent ha potuto andare oltre la soglia dei 70 dollari per la prima volta dopo un lunghissimo periodo pari a ben 14 mesi.

Stando a quanto è stato riportato da parte del Financial Times, inoltre, anche se solo per poco tempo, per merito dei trader che hanno avuto una reazione ben precisa nel momento in cui si è diffusa la notizia relativa all’attacco da parte degli Houthi, stimolando l’acquisto di petrolio e favorendo il rialzo del prezzo dell’oro nero.

Ad ogni modo, stando a quanto è stato riferito da parte di John Kemp di Reuters, pare che i trader istituzionali hanno preso il via alla vendita di petrolio durante gli ultimi quattordici giorni, per motivazioni diverse, chi per ottenere un guadagno, chi per poter puntare su una riduzione futura dei prezzi.