Crollano le assunzioni, boom della cassa integrazione: i settori più danneggiati dalla crisi in Friuli

I dati dell’economia a Udine e provincia.

Crollano le assunzioni ed esplode la cassa integrazione. I dati del primo trimestre dell’anno in provincia di Udine fotografano la crisi in atto. Infatti, secondo quanto elaborato dall’ufficio studi di Confindustria Udine, nel mesi gennaio-marzo le assunzioni hanno riguardato 19.045 rapporti di lavoro, il 14 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

La situazione dei settori produttivi.

Le cessazioni sono state pari a 17.306 unità, con un saldo positivo di 1739. Questo è un dato nettamente inferiore a quello registrato lo scorso anno (5016) e nel 2018 (5742). Inoltre, la maggior parte delle assunzioni hanno riguardato il terziario, comunque diminuite del 9,3 per cento. Segue poi il settore manifatturiero che, con 3222 nuovi lavoratori, ha subito una forte diminuzione, pari al 20, 6 per cento.

Tuttavia, è il comparto alberghi e ristoranti ad aver registrato il calo pesante del meno 25,7 per cento. Le costruzioni, con 990 assunzioni, vede un crollo del 19,3 per cento. Per quanto riguarda la tipologia contrattuale prevalente, 9733 assunzioni sono state a tempo determinato, mentre il rapporto indeterminato ha riguardato 2405 lavoratori e il lavoro intermittente 1267 contratti.

Le criticità della cassa integrazione.

In questa situazione pesa l’indice della produzione che chiuderà con una forte variazione negativa a causa del coronavirus. A riprova di questa tendenza, si è già osservata un’esplosione nell’utilizzo della cassa integrazione guadagni nel manifatturiero. “I meccanismi di erogazione devono essere semplificati – rileva Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine – altrimenti è a rischio l’efficacia della misura di aiuto”. Inoltre, a queste criticità si aggiunge il fatto che questo provvedimento è diviso in due blocchi temporali.

“La produttività è gravemente compromessa – continua la presidente -, con conseguenze inevitabili sul fronte dell’occupazione e della generazione del valore. Per mettere un freno all’emorragia di posti di lavoro bisogna mettere il sistema in condizione di essere competitivo. E’ necessario calibrare bene gli interventi e pensare ad una visione strategica“.