Friuli in ginocchio per la crisi del coronavirus: cresce la disoccupazione 4 aziende su 10 rischiano la chiusura

La preoccupazione di Confindustria e Confartiginato.

La diffusione del coronavirus, in Friuli, ha provocato una durissima recessione e, lo scenario che si profila è davvero critico e preoccupante. Infatti, il Pil regionale è in calo dell’oltre 7 per cento e gli investimenti sono crollati del 12 per cento. “Questi numeri annunciano una crisi pesantissima” annuncia Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine, che sottolinea la necessità di ricominciare a produrre nella piena sicurezza dei lavoratori.

Nel caso in cui a maggio non si riprendesse l’apertura delle industrie, la caduta sarebbe ancora peggiore e “molte imprese chiuderebbero i battenti lasciando dipendenti senza lavoro. Senza una ripartenza, all’agghiacciante contabilità dei morti per il virus dovremo affiancare quella delle aziende defunte per la crisi creata dalla pandemia“, continua Danieli. Per questo, accanto all’emergenza sanitaria bisogna affrontare quella economica in modo da progettare la fase 2 senza perdere tempo.

All’appello di confindustria si aggancia anche la denuncia di Confartigianato Udine che conferma il rischio chiusura per quattro aziende su dieci. Per le imprese del settore, la perdita dell’anno si aggira attorno al meno 42 per cento e il fatturato dello scorso mese ha subito una danno di oltre 5milioni di euro. Inoltre, “questo calo – sostiene il presidente Graziano Tilatti – non potrà essere compensato con un aumento dei prezzi per il consumatore ma si tradurrà in una diminuzione degli affari e dei posti di lavoro. La crisi sarà lunga e dovremo garantire sostegno e liquidità alle aziende. Serviranno risorse e poca burocrazia”.

Infatti, “a dodici anni dall’ultima crisi economica del 2008 – continua Tilatti – ci ritroviamo impantanati in una fase di difficoltà ancora più subdula, che imporrà una ristrutturazione del modello economico e un ripensamento delle dinamiche globali”.