Fulvio Tesolin aveva 68 anni.
Si è spento a 68 anni Fulvio Tesolin, figura di riferimento nel panorama della psichiatria friulana, già direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Azienda sanitaria del Friuli occidentale. Tesolin è morto il 27 agosto a San Vito al Tagliamento, dopo una lunga malattia. Con lui se ne va non solo un medico stimato, ma anche un uomo di profonda umanità, sensibilità artistica e passione civile.
Tesolin lascia la moglie e due figli, e una comunità che oggi si ritrova orfana di uno dei suoi pilastri. Il ricordo di chi ha lavorato con lui parla chiaro: un professionista competente, un dirigente rigoroso, ma soprattutto una persona empatica, capace di ascoltare, comprendere e guidare con discrezione e fermezza.
Una vita dedicata alla salute mentale
Nato il 17 febbraio 1957, Fulvio Tesolin si era laureato in Medicina, specializzandosi in psichiatria e psicoterapia. Il suo ingresso nel Dipartimento di salute mentale di Pordenone risale al 1986, a meno di trent’anni, come assistente medico. Da lì inizia una lunga carriera costellata di incarichi di crescente responsabilità, fino alla nomina a direttore del Servizio psichiatrico diagnosi e cura dell’ospedale Santa Maria degli Angeli nel 2011.
Nel corso degli anni, Tesolin ha contribuito a delineare un modello di salute mentale radicato nel territorio, attento non solo alla cura farmacologica ma anche al recupero sociale e personale dei pazienti. Il suo impegno si è concretizzato in molte iniziative, tra cui l’osservatorio sul fenomeno dei suicidi, segno della sua attenzione ai temi più complessi e spesso sottovalutati del disagio psichico.
Tesolin aveva salutato il servizio attivo lo scorso marzo, andando in pensione probabilmente anche per affrontare con maggiore serenità la malattia che lo aveva colpito. Le prime cure avevano fatto sperare, ma negli ultimi mesi il male si è aggravato, fino all’epilogo di questi giorni.
Oltre alla medicina, Tesolin coltivava con passione l’arte, in particolare la scultura. Era noto per le sue opere realizzate con materiali diversi, frutto di una creatività che rifletteva anche la sua visione della psichiatria: una disciplina complessa, ma profondamente umana e capace di reinventarsi.