Gli auguri di Udine a sei centenari.
Hanno attraversato guerre e ricostruzioni, cambi di epoca, nuove abitudini e nuovi mondi. Sei vite lunghe più di cent’anni, riunite in una giornata di festa che ha avuto il sapore della gratitudine e della memoria condivisa. Alla Residenza Zaffiro di Martignacco, la città ha portato i propri auguri a chi oggi rappresenta una parte preziosa della sua storia vissuta.
A fare visita alle ospiti sono stati il vicesindaco di Udine Alessandro Venanzi, la sindaca di Pasian di Prato Juli Peressini e l’assessora di Martignacco Valentina Bordet, che hanno voluto celebrare insieme un traguardo che va oltre l’età: la testimonianza di una lunga esistenza che continua a parlare al presente.
Chi sono i sei centenari festeggiati.
Al centro della cerimonia c’era Dorina Cecotti, nata a Campoformido, che ha da poco raggiunto i 110 anni: è la decana della regione e al 22° come persona più longeva in Italia. Accanto a lei, altre straordinarie longeve: Anna Maria Collodel (103), Virginia Collet (102), Dina Fabris (103), Elphidia Maria Menazzi, prossima alle 100 candeline, e Adone Davanzo, 104 anni, l’unico uomo del gruppo. Sei storie di territori vicini e comunità intrecciate, tra Udine, Pasian di Prato e Martignacco.
“La vostra vita è un dono prezioso per tutti noi”.
Durante l’incontro, il vicesindaco Venanzi ha consegnato alle festeggiate una pergamena ufficiale con gli auguri della città. Le sue parole sono state una carezza civica e umana: “La vostra vita è un dono prezioso per tutti noi. È esperienza, memoria e saggezza che continua a nutrire la nostra comunità. Vi auguriamo serenità, circondati dall’affetto dei vostri cari”.
Venanzi ha ricordato come queste donne e uomini “siano la memoria viva della comunità, custodi di valori e insegnamenti che hanno contribuito a costruire ciò che siamo oggi”. Per il vicesindaco, la loro esistenza rappresenta “un patrimonio di dignità e tenacia che appartiene a tutto il territorio, un modello per le nuove generazioni”.
La festa si è conclusa in un clima caldo e familiare, tra foto, abbracci, racconti e occhi lucidi. Non solo un omaggio alle età raggiunte, ma un momento in cui la comunità ha riconosciuto il valore di chi, con discrezione e costanza, ha attraversato più di un secolo senza smettere di appartenere al proprio tempo.




