Salute a portata di mano: le valli “inventano” una sanità più vicina ai cittadini

Una fase dell'incontro svoltosi a Vito d'Asio

Telemedicina, farmacie e infermieri di comunità: come cambia la sanità in Val d’Arzino e Val Cosa.

C’è aria di innovazione sanitaria nelle valli del Friuli Occidentale: il Comune di Vito d’Asio ha ospitato la presentazione del progetto “Costruiamo insieme la salute in Val d’Arzino e in Val Cosa“, un’iniziativa che promette di facilitare l’accesso ai servizi medici per oltre 5.200 abitanti di aree montane, spesso penalizzate dalla distanza dai grandi centri.

Il progetto, promosso da cinque Comuni (Vito d’Asio, Castelnovo del Friuli, Clauzetto, Pinzano al Tagliamento e Travesio) e sostenuto dalla Regione, è stato definito dall’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, come un “disegno ambizioso e innovativo”. Riccardi ha espresso profonda gratitudine per l’impegno di amministratori, professionisti e cittadini, sottolineando che “Costruire salute significa ripensare il rapporto tra servizi, territorio e persone“.

La sanità si sposta: infermieri e telemedicina

L’essenza di questo modello è il “welfare di comunità”, che vuole dare risposte concrete ai bisogni di salute locali, superando la logica dei grandi ospedali e puntando sulla prossimità. Le azioni principali previste sono:

Telemedicina per consulti a distanza senza spostamenti;

Potenziare le farmacie di comunità per servizi più rapidi e vicino casa;

Introduzione della figura dell’infermiere di famiglia e comunità, punto di riferimento per la salute locale;

Valorizzazione della casa come primo luogo di cura, con assistenza diretta a domicilio;

Coinvolgimento delle scuole per promuovere salute e benessere fin dall’infanzia.

La sfida è culturale, non solo economica

L’assessore Riccardi ha insistito sul fatto che la “vera sfida è culturale“. Non basta investire risorse – e la Regione farà la sua parte, destinando circa 170 milioni di euro in più nel 2026 per l’integrazione socio-sanitaria – se non si accompagna, secondo l’assessore, a un processo di “alfabetizzazione all’accesso ai servizi” che rimetta “le persone e il loro bisogno reale di salute” al centro.

Un altro punto cruciale sollevato è il valore delle professionalità sanitarie. “Le competenze sono la vera emergenza del nostro tempo“, ha detto Riccardi, evidenziando la necessità di dare centralità e riconoscimento al capitale umano che ogni giorno garantisce la continuità del servizio pubblico.

“Questa iniziativa – ha concluso Riccardi – non è solo un progetto sanitario, ma una scommessa sulla capacità della comunità di prendersi cura di sé e degli altri, costruendo insieme un futuro più sano e vicino ai cittadini”. La Val d’Arzino e la Val Cosa si candidano così a diventare un modello di buone pratiche per una sanità che guarda al cittadino, alla sua casa e al suo territorio.