Incatenato ad una pietra per protesta, l’ultimo gesto del filosofo mistico di Moggio

Il filosofo di Moggio Udinese, Emanuele Franz, già noto per le sue provocazioni di stampo filosofico-sociale, come quella di essere andato a vivere in un bidone dell’immondizia la scorsa estate ed essersi fatto murare vivo la scorsa primavera, lancia una nuovo esperimento sociale. Il mistico friulano Emanuele Franz ha deciso, infatti, assistito da collaboratori e amici, di farsi incatenare il polso a una pietra del peso di 17 chili, legata a sua volta da una catena (il peso totale si aggira attorno ai 20 chili).

Dovrà vivere la sua quotidianità trascinando a fatica questo sasso sul quale ha scritto, in un rosso sgargiante, la parola “superbia”. Questo esperimento vuole portare a far riflettere su quanto la superbia e l’arroganza umana siano oggi diventate un peso insostenibile dividendo le persone e devastando i rapporti umani oltre che il pianeta e la comunità. Per tutta la durata dell’esperimento il filosofo incatenato si trascinerà appresso la pesante pietra, assolvendo le sue incombenze quotidiane e lanciando un messaggio di riflessione sul male della tracotanza e della superbia le cui radici sono ormai ben salde nella società attuale.

“Nella società di oggi – afferma Franz – si è perso il significato del peccato, e il peccato più grande è la superbia, io stesso ne sono vittima, come tutti, e la porto appresso legata a me con una catena affinché tutti vedano che ci portiamo dietro, anche se invisibile, il peso della nostra arroganza. Sono convinto che solo il perdono può liberare dalle catene della superbia e voglio lanciare un messaggio di perdono reciproco e universale: perdonatevi gli uni con gli altri”. Il filosofo ha da poco pubblicato il volume “Voi siete uno”, il cui testo rivendica l’unità perduta.

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