Le tolgono il reddito di cittadinanza, ma è un errore Inps: il caso a Monfalcone

Il caso della revoca del reddito di cittadinanza a Monfalcone.

Per l’Inps un componente della sua famiglia si trovava in carcere e per questo motivo il reddito di cittadinanza le veniva revocato. Una motivazione che è stata una doccia fredda per una donna di 54 anni, di Monfalcone, madre di cinque figli, di cui due minori. La motivazione dell’ente, infatti, era errata: nessun familiare della donna risultava in stato detentivo.

I fatti.

La signora aveva dato le sue dimissioni dal posto di lavoro per uno più conveniente. I figli infatti sono tutti a suo carico e il padre dei bambini non versa alcun assegno di mantenimento, in quanto non sposati. La donna quindi ha preferito un’offerta migliore e non ha mai smesso di lavorare: ha mantenuto la continuità lavorativa, facendo le opportune comunicazioni secondo quanto previsto dalla legge. Il 31 agosto aveva fatto la domanda per richiedere il reddito di cittadinanza, 60 euro al mese. Avendo tutti i requisiti, le era stato confermato il sostegno economico, salvo poi vedersi recapitata la lettera con la revoca.

All’interno l’Inps spiegava che la motivazione era che tutti i componenti della famiglia risultavano in stato detentivo, o degenti o dimissionari, oppure ancora soggetti a misure cautelari. Dichiarazione che fa riferimento all’articolo 3, comma 13, della legge dove appunto viene specificato che nel caso in cui un familiare sia in stato detentivo o ricoverato in una struttura di lunga degenza a carico dello Stato, la misura economica decade. Non presentando situazioni familiari che portano alla revoca, la signora ha subito chiamato gli uffici dell’Inps spiegando l’episodio. L’unica soluzione suggerita è stata quella di buttare la lettera. Soluzione che però non ha del tutto convinto la donna, che non è ancora sicura se sia tutto davvero risolto o meno.