La scuola dell’Infanzia di Terenzano ha inaugurato la “stanza della nanna” destinato al riposo pomeridiano dei suoi alunni.
La scuola dell’Infanzia di Terenzano ha inaugurato un nuovo spazio “stanza della nanna” destinato al riposo pomeridiano dei suoi alunni più piccoli, le sezioni “Pulcini” e “Gattini”. L’amministrazione comunale di Pozzuolo del Friuli ha stanziato alcune risorse per trasformare uno spazio inutilizzato in una vera e propria stanza nanna. Ad usufruire della nuova area saranno i 17 bambini delle due sezioni che comprendono i bambini anticipatari (dai due anni e mezzo) e quelli di tre anni.
“Il Comune ha investito circa 3.000 euro per l’acquisto di lettini, tende e cuscini – spiega l’assessore all’Istruzione e Bilancio, Greta Rodaro -. Un piccolo investimento, ma che ha reso un grande beneficio alla comunità. Il resto è stato realizzato grazie all’intervento e la bravura delle insegnanti che sono riuscite a creare un ambiente unico e accogliente”.
L’iniziativa è il frutto di una sinergia tra l’amministrazione, le maestre e la dirigente scolastica Elena Venturini, che ha accolto con entusiasmo la proposta. “Non è uno spazio semplice e anonimo, ma una cosa fatta con il cuore. Nel risultato si nota l’ascolto dell’amministrazione che accoglie un bisogno delle insegnanti e di riflesso delle famiglie – prosegue l’assessore, sottolineando che – certe volte non servono montagne di soldi, bastano un po’ di volontà e di amore per il proprio lavoro”.
Crollo degli iscritti.
La stanza nanna, ricavata da un’aula precedentemente usata per un’altra classe, si inserisce nel contesto del calo demografico che, come nel resto del Friuli Venezia Giulia e d’Italia, ha visto gli iscritti alla scuola di via Verdi passare dai 135 di soli dieci anni fa agli attuali 80.
Ma la nuova stanza per il riposo non è l’unica novità di quest’anno scolastico. Dall’11 settembre, infatti, è stato attivato il servizio di post accoglienza, dalle 16.00 alle 17.30, per agevolare i genitori che lavorano e che necessitano di più tempo per ritirare i propri figli.