Addio all’alpino Peressan, reduce di guerra e partigiano: aveva 101 anni

“Titti” aveva da poco compiuto 101 anni.

È morto all’età di 101 anni, compiuti lo scorso settembre, il Geniere Alpino Renato Peressan, per gli amici soprannominato “Titti”. L’alpino si è spento nella Casa per Anziani di Cividale del Friuli e a darne l’annuncio sono state le figlie, il figlio, la nuora, i nipoti e i pronipoti.

Gli anni sul fronte.

Peressan è nato a Cortello di Pavia di Udine il 12 settembre 1920, da genitori artigiani che preparavano i corredi per le spose. Dopo il trasferimento a San Giovanni al Natisone nel 1924, ha iniziato a lavorare come apprendista meccanico e poi come autoriparatore nella sua autofficina.

Nel 1940 il cambiamento totale, perché viene arruolato come geniere alpino delle trasmissioni presso il 3° Battaglione Misto del Genio della Divisione Alpina Julia. Fino all’aprile 1941 è stato impegnato sul fronte greco-albanese dove ha subito un grave incidente. A causa di una granata, infatti, Peressan ha menomato in parte l’udito. Dopo quattro mesi di ricovero all’ospedale militare di Udine viene dimesso come idoneo. Per questo motivo viene inviato al seguito del suo battaglione in Russia, nell’ambito dell’Armata italiana in Russia, l’ARMIR.

Il viaggio di Peressan è stato lungo e intenso. Partendo dalla ferrovia di Gorizia, ha poi proseguito per Udine, Verona, Brennero, Norimberga, Berlino, Praga, Varsavia e infine a Izium. Da qua è iniziata la marca dino a Popovka, dove hanno avuto luogo le diverse battaglie. Nel 1943 Peressan ha di nuovo dovuto affrontare un viaggio infinito, questa volta quello di ritorno, per via della ritirata dell’armata dal campo di guerra. Una volta raggiunto Vipiteno si è riunito alle unità del Corpo d’Armata Alpino, per poi, a San Giovanni, prendere parte alle squadre dei partigiani fino al 1945.