Sequestrate 37 tonnellate di tabacco da narghilè illegale in Fvg, valevano 2 milioni

Il sequestro del tabacco da narghilè illegale.

Ingente quantitativo di tabacco illecito sequestrato in Friuli Venezia Giulia. È arrivato grazie all’attività della Guardia di Finanza di Trieste a presidio degli interessi erariali nell’area portuale del capoluogo giuliano, che non si interrompe nonostante l’attuale situazione emergenziale. I militari del II Gruppo, nell’ambito dei dispositivi di polizia doganale in essere ed in costante collaborazione con i funzionari dell’Ufficio di Trieste dell’Agenzia della Dogane e dei Monopoli hanno proceduto, nel recente periodo, al sequestro complessivo di circa 37 tonnellate di tabacco per narghilè.

Nel corso di due distinte iniziative investigative sono stati infatti individuati altrettanti trasporti di tabacco da Narghilè delle marche “Adalya”, “Al Fakher” e “Daim”, normalmente destinate al mercato del Nord Europa, ove risiedono numerose comunità di cittadini di etnia turca, pakistana e iraniana, nel cui ambito è molto diffusa la consumazione di tale prodotto da “fumo”, principalmente nei cosiddetti “šīša bar”.

Il primo sequestro, avvenuto al termine di un’attività di servizio iniziata lo scorso mese di settembre, ha consentito l’individuazione di un container proveniente dal porto di Bar in Montenegro e diretto in Croazia, con un carico dichiarato di 12 tonnellate circa di tabacco per narghilè.

Gli investigatori, in tal caso, hanno ricostruito un ingegnoso meccanismo di frode, fondato sul coinvolgimento di talune società estere fittizie ovvero totalmente ignare circa il ruolo alle stesse attribuito nell’ambito dell’operazione commerciale oggetto di approfondimento, che, in sintesi, attraverso la predisposizione non veritiera di documentazione giustificativa del trasporto avrebbe consentito di evitare il tracciamento della spedizione ed il conseguente versamento delle imposte dovute (accise, dazi, Iva) sui prodotti traportati.

Invero, qualora fosse stato introdotto nei circuiti del mercato illegale, l’importante quantitativo di tabacco sequestrato avrebbe consentito un illecito profitto per un importo pari a circa 1.200.000 Euro, cui corrisponde una correlata evasione di diritti di confine per oltre 1 milione di Euro circa.

Gli ulteriori sviluppi investigativi hanno consentito di intercettare un altro carico di 12 tonnellate circa di analogo tabacco contenuto in un container in attesa di essere sdoganato presso il porto di Genova e ugualmente sottoposto a sequestro, in esecuzione di un apposito decreto emanato dalla competente Autorità Giudiziaria del capoluogo giuliano, su richiesta delle stesse Fiamme Gialle operanti presso il Porto di Trieste.

Il secondo sequestro effettuato è invece relativo ad un carico trasportato su un autoarticolato proveniente dalla Turchia e diretto in Francia. Il complesso veicolare, questa volta, presentatosi presso uno dei varchi di uscita del Punto Franco Nuovo, recava, a scorta del carico, un documento doganale riguardante una diversa tipologia di merce (tappeti e mobili vari). Al momento del controllo, in particolare, i finanzieri hanno rilevato alcune anomalie riferibili al peso del prodotto trasportato, così come dichiarato ai fini doganali, non conforme a quello indicato sul relativo manifesto di carico delle “merci arrivate”: la successiva visita doganale, disposta allo scopo di verificare in modo più approfondito gli elementi di sospetto in tal modo rilevati ha permesso di riscontrare la presenza di ben 1096 colli di tabacco per narghilè, per un peso complessivo di poco più di 13.300 Kg, privi di qualsivoglia documentazione doganale che ne giustificasse l’uscita dal Porto Franco.

Il carico sottoposto a controllo, nel complesso, avrebbe consentito, qualora immesso nel circuito del mercato illegale, la realizzazione di un cospicuo introito per i promotori dell’illecito trasporto, pari a circa 1,3 milioni di euro, con una contestuale evasione dei diritti di confine per oltre 1,2 milioni.

Come noto, il contrabbando di tabacco determina pesanti perdite ai bilanci dei Paesi dell’UE e delle Istituzioni Europee, in termini di dazi doganali non riscossi e diritti evasi, oltre che costituire fonte di cospicui guadagni, pone grandi rischi per i consumatori e le imprese, mina le campagne antifumo e di salute pubblica per la stessa criminalità organizzata.

I servizi conclusi, pertanto, costituiscono un’ulteriore conferma del ruolo svolto dalla Guardia di Finanza, quale Forza di Polizia economico-finanziaria e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel rispetto delle relative competenze istituzionali, a tutela degli interessi erariali nazionali ed europei, nonché quali presidio di legalità sui traffici commerciali che interessano il Porto di Trieste.