La storia di Daniele Bellitto: da Claut un esempio di sport e determinazione.
Cinquanta maratone in ventitré anni, sfide estreme tra dislivelli e lunghissime distanze, pareti alpine e anelli di fondo. Daniele Bellitto, atleta non udente di Claut, è la prova vivente che la determinazione può superare qualsiasi limite. La sua carriera da runner è iniziata nel 2002 con la Maratona di Milano, e ha toccato il traguardo simbolico della cinquantesima gara nel 2025 a Padova. Il suo record personale lo ha centrato a Venezia, chiudendo la gara in 2 ore e 58 minuti.
Tra le imprese più iconiche, la Maratona dell’Etna: 3000 metri di dislivello positivo dal mare fino alla cima del vulcano, completata in 6 ore e 43 minuti. Un’impresa che da sola racconta il calibro atletico di Bellitto. Nel 2018 ha portato a termine sei maratone in un solo anno, confermando una resilienza fuori dal comune.
Oltre al mondo delle maratone, Bellitto ha partecipato per due volte (2013 e 2016) alla leggendaria 100 km del Passatore, una delle ultramaratone più dure d’Italia, con partenza da Firenze e arrivo a Faenza.
Dallo scialpinismo al ciclismo.
Ma la corsa non è la sua unica dimensione sportiva. Daniele è un atleta completo: pratica sci di fondo, scialpinismo e ciclismo. In montagna ha raggiunto traguardi notevoli: ha scalato tre volte il Monte Bianco, sia dal versante italiano che da quello francese, ed è salito due volte sul Monte Rosa e sul Gran Paradiso. Ha affrontato anche il Gran Sasso e numerose altre vette sia in Italia che all’estero. In Nepal ha raggiunto due cime sopra i 7000 metri, portando la sua passione a quote che pochi riescono anche solo a immaginare.
Instancabile anche su due ruote, in Spagna ha percorso in bicicletta il Cammino del Nord, da Irun a Santiago de Compostela, completando 800 km in due settimane.