Alessandro Venier ucciso per strangolamento: i primi risultati dell’autopsia

Alessandro Venier è stato ucciso per strangolamento: sono questi i risultati dell’autopsia sul corpo del 35enne di Gemona del Friuli trovato morto lo scorso 31 luglio.

I risultati dell’autopsia sul corpo di Alessandro Venier

Il corpo della vittima, recuperato immerso nella calce viva e nascosto in un bidone all’interno della villetta, è stato sottoposto a esame autoptico presso l’ospedale di Udine. ha confermato quanto temuto: Alessandro è morto per strangolamento. Poi il cadavere è stato tagliato in più parti: gli arti inferiori sono stati separati dall’addome, e quest’ultimo reciso a sua volta dal torace e dalla testa.

L’arma dello smembramento

Secondo le prime ricostruzioni, l’azione di depezzamento sarebbe stata compiuta con più utensili. La madre della vittima ha parlato di un coltello da cucina, ma gli inquirenti ritengono improbabile. Più plausibile l’uso di un seghetto, effettivamente ritrovato e sequestrato nell’autorimessa della villetta. Gli esami proseguiranno per confermare eventuali compatibilità tra i segni sui resti e l’utensile sequestrato.

Il corpo di Alessandro era stato occultato per cinque giorni all’interno di un bidone, ricoperto di calce viva, in un maldestro tentativo di accelerarne la decomposizione. Sebbene questo abbia compromesso l’esecuzione della TAC nei giorni precedenti, non ha impedito lo svolgimento dell’autopsia.

Resta da chiarire il ruolo di sedativi e insulina che, secondo le prime ricostruzioni, sarebbero stati somministrati per rendere la vittima inoffensiva. Solo gli esami tossicologici, attesi nelle prossime settimane, potranno determinare se Alessandro fosse cosciente al momento della morte o se fosse già in uno stato di semi-incoscienza.

Le indagini: focus su DNA e tracce biologiche

Martedì 12 agosto è stato analizzato anche il bidone in cui il corpo era stato nascosto. Gli investigatori cercano tracce di sangue, DNA o altri residui biologici che possano collegare in modo univoco gli oggetti e l’ambiente del delitto alle due donne accusate. Il supporto scientifico dei Ris di Parma è ora centrale per ricostruire la dinamica dell’omicidio e verificare le dichiarazioni rese da Lorena Venier durante gli interrogatori.