Coronavirus, il nuovo allarme in Friuli arriva da chi è in isolamento domiciliare

Misure per minimizzare la diffusione in casa.

Mettere in pratica misure maggiori per contenere la diffusione del coronavirus all’interno delle case con pazienti positivi. Il nuovo allarme sulla pandemia arriva della quarantena domiciliare per i familiari conviventi di un paziente positivo al virus.

“In questa fase dell’emergenza – spiega Simona Liguori, consigliera regionale dei Cittadini -, assume un’importanza ancora maggiore la gestione dei pazienti covid-19 in isolamento domiciliare e dei loro familiari. Infatti è evidente che il veicolo di maggiore contagio possa essere rappresentato proprio dai contatti tra le mura domestiche, ed è più che mai opportuno applicare procedure per minimizzare il propagarsi dell’infezione anche in casa. Inoltre, sembra essere strategico controllare che i conviventi del paziente in cura domiciliare possano uscire di casa soltanto dopo che ci si sia realmente assicurati che non abbiano contratto l’infezione“.

Ecco quindi che l’esponente dei Cittadini vuole conoscere quale procedura venga impiegata in regione per minimizzare il rischio di trasmissione da parte dei componenti il nucleo familiare di pazienti covid-19 positivi e in isolamento domiciliare.

“Attualmente – afferma Liguori – risulta che i conviventi possano uscire di casa al termine della loro quarantena di 15 giorni e non vengano sottoposti a tampone se nel frattempo non abbiano sviluppano sintomi, nonostante il loro familiare in isolamento domiciliare continui ad essere positivo al covid-19. Considerata l’alta percentuale degli asintomatici e che anche loro possono essere veicolo di contagio questo potrebbe costituire un rischio di diffusione del virus”.