Strage all’Oasi di Fagagna, 50 gli animali morti in meno di 2 mesi

Sono 50 gli animali morti a Fagagna a causa della tossina botulinica.

Una destabilizzante ed angosciante moria di animali all’Oasi dei quadris di Fagagna. Cinquanta animali, tra cui anatre, germani, lombardelle ed ibis, dal 17 agosto in poi, sono stati sterminati dalla tossina botulinica, che, in condizioni ambientali dove scarseggia la carenza di ossigeno, viene sviluppata dal batterio Clostridium, letale per le specie animali, che ne porta ad una morte lenta ed agonizzante.

Il benessere delle specie animali che popolavano questo sito, dal 2016 era stato affidato tramite giunta comunale, all’ associazione “Amici dell’oasi” composta da volontari che, tramite strumentazione idonea, aveva da sempre monitorato, curato ed operato affinché ci fosse una costante cura sia dell’ambiente sia degli animali stessi. Dal 5 agosto scorso però, la gestione dell’area non è stata rinnovata e tutti i volontari degli “Amici dell’oasi” sono stati invitati a non occuparsi più dell’area, tantomeno degli animali.

Non solo, i volontari hanno dovuto sgomberare il sito anche da tutta l’attrezzatura volta al benessere degli animali. Dodici giorni dopo, il tracollo. Non essendo più presenti sul posto né i volontari, né l’attrezzatura, è iniziato un vero e proprio sterminio. Addirittura, un piccolo ibis, creduto morto da un dipendente comunale, è stato erroneamente posto in un congelatore. Soccorso in estremis da un volontario, che nel frattempo si era precipitato sul posto dopo essere stato avvisato, non è stato purtroppo in grado di salvare la vita al povero animale, evidentemente troppo provato e da uno stato precario di salute e dai troppi minuti trascorsi all’interno di un congelatore.

La presidente dell’associazione “Amici della Terra” Gabriella Giaquinta si fa portavoce della situazione e chiede a gran voce che gli animali possano essere ricollocati in strutture adeguate alle loro esigenze e che l’area venga tenuta operativa unicamente per gli animali ‘di passo’, come le specie migratorie. “Ho scritto ben tre lettere al sindaco di Fagagna Daniele Chiarvesio per cercare di trovare una soluzione a questa situazione, ma non ho mai avuto risposta – racconta Giaquinta – . “Se la giunta comunale ha deciso che l’associazione che si è occupata dell’area fino ai primi giorni di agosto non dovesse più essere operativa in quell’area va bene, è una decisione che deve essere rispettata, io chiedo solo a gran voce che vengano rispettate, curate e protette le specie animali che vi stanziano, in maniera adeguata e con i mezzi appropriati. Quello che a noi interessa è che venga dato il giusto rispetto e soprattutto venga fatta giustizia nei confronti di queste povere creature che ci hanno rimesso la vita”, conclude.