Interventi gonfiati e mazzette, le strade del Friuli nell’inchiesta che fa tremare l’Anas

Sequestrati 640 mila euro.

L’operazione “strade salate”, condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Trieste, ha fatto emergere un diffuso sistema di frode e illeciti nell’esecuzione di appalti per servizi di manutenzione strade, pronto intervento, sgombero neve e spargimento sale. L’Anas, in quanto stazione appaltante, è stata truffata per oltre 500 mila euro. 

Il tutto sarebbe avvenuto grazie all’intesa tra il direttore operativo della partecipata pubblica, che era responsabile esecutivo delle gare, e l’amministratore di una srl triestina appaltatrice, di cui peraltro il primo è stato già dipendente in passato. Le indagini hanno rivelato come sia stata sistematicamente “gonfiata” la rendicontazione di lavori e di interventi da quest’ultima effettuati, in quanto fondata su una “doppia contabilità”, abilmente occultata, ma poi rintracciata e decodificata dagli investigatori. 

Al fine di non farsi sfuggire tutto l’importo fissato dal bando di gara – trattandosi di interventi, per loro natura, non programmabili – la società triestina ha infatti consuntivato ad Anas le attività manutentive sulle strade regionali in numero ben maggiore di quelle realmente eseguite oppure inserendo, in tutto o in parte, dati fittizi sugli impieghi di mezzi strumentali e di personale. 

La Pontebbana a Campiolo, lungo il fiume Fella

Dai riscontri incrociati è emerso che taluni operai si trovavano in posti ben diversi e non certamente sul posto di lavoro: ad esempio, alcuni in ferie, anche in Croazia, altri ad una festa di matrimonio in Sicilia. Quelli di un’altra società indagata, situata a Belluno, aggiudicataria di un appalto per pronto intervento, benché presenti in cantiere secondo i rapportini giornalieri, hanno invece univocamente dichiarato di non aver mai lavorato sulle strade del Friuli Venezia Giulia. 

L’ammontare complessivo dei reali costi sostenuti alla luce degli accertamenti è risultato sempre inferiore all’importo di aggiudicazione della gara, soprattutto in relazione agli appalti di sgombero neve, dove gli effettivi interventi degli addetti sono stati di entità significativamente inferiore rispetto a quanto rendicontato. 

A fronte degli indebiti guadagni conseguiti, l’amministratore dell’azienda in questione – come emerso inequivocabilmente dai documenti setacciati minuziosamente dagli inquirenti – avrebbe pagato mazzette al direttore operativo e ad un altro dirigente dell’ente, per aver “chiuso gli occhi” dinanzi agli illeciti perpetrati, sotto forma di ristrutturazione di un appartamento, fornitura e posa in opera di finestre e installazione di impianto di riscaldamento, per un controvalore complessivo di 65 mila euro. 

La Carnica fuori Tolmezzo

Dieci i denunciati a vario titolo: gli amministratori della srl e di altre due imprese sub appaltatrici nonché i due funzionari pubblici di Anas, per concorso in truffa aggravata, falso ideologico in atto pubblico e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

In considerazione del solido quadro probatorio è stato eseguito – su provvedimento del giudice per le indagini preliminari di Trieste – il sequestro preventivo di 640 mila euro nella disponibilità degli indagati, frutto degli illeciti consumati nell’arco temporale dal 2014 al 2017. 

Le arterie in mano all’Anas in regione sono 20, per un totale di circa 200 chilometri. Quelle principali sono le strade statali 13 Pontebbana, 14 della Venezia Giulia, 14 racc, 52 bis Carnica, 52 bis/dir Carnica, 54 del Friuli, 54 dir, 55 dell’Isonzo, 58 della Carniola, 202 e 202 dir.