I sindacati pronti alla fase 2 in Friuli: “Ma bisogna rispettare la sicurezza”

Riapertura della aziende con la tutela della sicurezza.

I sindacati Fvg sono pronti alla riapertura delle aziende in modo graduale, consapevoli che la sicurezza rimane la priorità. “Non c’è in corso nessun conflitto tra chi vuole aprire le aziende e chi vuole tenerle chiuse. È giusto, anzi, prepararsi a una ripartenza dell’economia, nella consapevolezza però che in questa fase la tutela della salute, individuale e collettiva, resta la priorità più importante”. Lo hanno dichiarato i segretari generali Villiam Pezzetta (Cgil), Alberto Monticco (Cisl) e Giacinto Menis (Uil).

“L’ obiettivo – dichiarano ancora Pezzetta, Monticco e Menis – deve essere quello di rendere attuabili, i protocolli relativi all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, al distanziamento, alla gestione degli spazi comuni e all’organizzazione del lavoro. Il tutto all’interno di un quadro nazionale di potenziamento degli ammortizzatori, indispensabile per sostenere un’ingente riduzione dei carichi di lavoro e un massiccio ricorso ai congedi parentali, vista la necessità di assistere a tempo pieno i figli fino a settembre, data fissata per l’auspicata riapertura delle scuole”.

I sindacati stimano che nelle imprese aperte, in virtù dei codici Ateco autorizzati ad operare e di migliaia di richieste di deroga inviate alle quattro prefetture, siano operativi un dipendente su due e almeno il 40% delle oltre 80mila imprese presenti in regione.

Si tratterà inoltre di discutere e mettere in campo linee guida chiare per gestire “la ripresa del pendolarismo, la riapertura in sicurezza dei pubblici esercizi, la necessità di sostenere con misure specifiche, anche di carattere regionale, settori dove l’impatto della crisi è destinato ad essere pesantissimo, come il turismo, gli spettacoli, i servizi educativi, l’industria del tempo libero”.

Quanto alla gestione della sicurezza, la principale preoccupazione riguarda quelle piccole e microaziende che costituiscono la spina dorsale dell’economia regionale. “È soprattutto su questa realtà – concludono Pezzetta, Monticco e Menis – che andrà rafforzata la nostra azione, sia in termini di vigilanza che di consulenza e assistenza. Da qui l’esigenza di dare impulso, attraverso i protocolli in discussione, al ruolo dei rappresentanti territoriali dei lavoratori per la sicurezza, se queste figure fossero state istituite e attivate nei termini previsti dai contratti collettivi, oggi ci troveremmo già in mano gli strumenti per gestire l’emergenza in atto e la cosiddetta fase due”.