Thomas e Numb, legame speciale: dalle cime innevate all’odissea per salvargli la vita 

La malattia e la lotta di Thomas per salvare la vita a Numb.

Se l’amore viscerale tra uomo e cane avesse un nome, di certo calzerebbe a pennello con quello di Thomas e Numb. Lui, Thomas Colussa, influencer friulano con la passione per la montagna e Numb, lupo cecoslovacco di quattro anni, fin dal primo istante si scelgono, come due amici destinati a diventare inseparabili. Le loro vite si incrociano nel 2021, quando l’influencer adotta Numb, rimasto l’unico esemplare della cucciolata a non essere scelto, a causa di un problema alla zampetta.

Ben presto Thomas, con la caparbietà che lo distinguerà e lo accompagnerà poi in tutto il percorso negli anni a seguire, inizia a scalare anche le vette più alte delle montagne assieme al suo inseparabile amico, così da rafforzare la sua muscolatura e, di pari passo, rendere onore alla vera natura di Numb, quella ancora oggi viva più che mai, che lo vuole libero di assaporare la magia delle montagne.

Numb, il nome.

“Saresti diventato leggenda e io lo sapevo, fin da subito, quindi potevo andare a pescare il tuo nome solo da leggende” scrive Colussa nel libro “Io sono Numb”, uscito qualche tempo fa, nel quale spiega la scelta del nome del suo amico a quattro zampe: “Numb è una canzone dei Linkin Park, un gruppo che, con la sua musica, è in grado di trasmettermi carica e adrenalina”. Ma la parola Numb significa insensibile, incapace di reagire alle stimolazioni esterne. “Un bell’ ossimoro, penso, per il quadrupede qua, che di star fermo mezzo secondo non se ne parla proprio”, raccontava Thomas quando portò a casa Numb.

Fin da subito Thomas e Numb camminano nella stessa direzione: il percorso tra i sentieri della montagna, la fiducia reciproca, i silenzi condivisi , le avventure vissute assieme. Libertà e fiducia. Riescono nell’ impresa di scalare il Monte Bianco, felici, stanchi ma orgogliosi. Nasce il progetto “Walking Wolf”, nel quale amanti della montagna assieme ai loro amici a quattro zampe hanno la possibilità di esplorare le cime montane attraverso il trekking e l’ alpinismo. Il progetto include inoltre una linea di abbigliamento dedicata e la condivisione delle esperienze via social, con l’ obiettivo di ispirare uno stile di vita attivo, connesso con la natura.

Un quadro dipinto dalle sfumature nette dove forza, grinta, determinazione, unione e complicità  la fanno da padrone. Fino a settembre dello scorso anno, quando per Numb ha inizio un calvario senza precedenti. Il tutto prende il via da quella che avrebbe dovuto essere una banale operazione a un dente, presso una clinica veterinaria del Cadore. Nelle settimane successive l’ operazione, Thomas, che con il suo compagno di avventure vive in simbiosi, nota qualcosa di strano, di diverso.

La malattia.

“Dopo circa un mese dall’ operazione al dente, mi accorgo che Numb è strano, c’è qualcosa che non va” spiega Thomas – così, dopo un disperato pellegrinaggio in varie cliniche della zona per cercare di capire quale fosse il problema, lo porto in una clinica veterinaria di Milano, dove fin da piccolo era stato seguito”. L’amara sentenza arriva praticamente subito, dopo approfonditi esami: poliartrite. Thomas non si demoralizza, inizia una cura cortisonica abbinata a un immunosopressore per sette lunghi mesi. Tutto sembra procedere per il meglio, quando, a febbraio di quest’anno, Numb, da un giorno all’altro, non è più in grado di muovere le zampe. Questa volta la corsa disperata si orienta verso una clinica veterinaria del Veneto.

L’intervento.

Dopo vari esami diagnostici, viene evidenziata una brutta ernia, un disco letteralmente “esploso”. “I veterinari mi dissero che la probabilità di sopravvivenza sarebbe stata meno del 10% e che sarebbe stato meglio addormentarlo”, ricorda Colussa, che non ci pensa minimamente a smettere di combattere con e per il suo amico. “Dopo sei ore di intervento, all’una del mattino mi fanno sapere che l’operazione è andata bene, ma che nei successivi otto giorni la prognosi sarebbe stata riservata, a causa della situazione estremamente delicata”, confida l’uomo.

Data l’estrema complessità della situazione, la clinica che ha operato Numb consiglia caldamente il proprietario di ricoverare il cane presso una clinica veterinaria in Veneto, molto rinomata. Così, a fine febbraio, Thomas e Numb fanno il loro ingresso per la prima volta in questa clinica veterinaria. Da qui, parte un percorso pieno di ostacoli, di ingiustizie, di assurdi giochi di potere.

Dopo una RM di controllo, si evidenzia come nella precedente operazione non fosse stato fatto il drenaggio dentro il corpo del povero Numb, che ha dovuto subire un’altra operazione per rimuoverlo. Thomas, nel frattempo, si accorge che il dente, operato mesi prima, era scheggiato, chiede spiegazioni, che vengono fornite in maniera del tutto sommaria. La permanenza di Numb presso la clinica veterinaria dura ben quattro mesi, nei quali il lupo cecoslovacco fa fisioterapia fino allo scorso giugno. “La situazione sembrava pian piano andare un po’ meglio” confida Thomas. La serenità, però, dura davvero poco.

Il ritorno in clinica.

Qualche giorno dopo, Thomas si accorge che Numb ha di nuovo difficoltà a deambulare, lo riporta quindi alla stessa clinica. Numb ha una seconda ernia e, come se non bastasse, dal precedente intervento risulta del materiale interstiziale che va a comprimere sul midollo. Viene preso in carico e operato. Il percorso riabilitativo deve continuare, Numb è uno tosto, che non molla, quindi si prosegue con la riabilitazione. Thomas, come tutti i proprietari che amano il loro amico a quattro zampe, telefona per sapere come sta Numb.

Le risposte sono vaghe, a mezza bocca, incerte. Thomas non ci sta, prende la macchina, raggiunge la clinica, per sincerarsi che tutto fosse a posto (per quanto il contesto lo consentisse). La clinica non prende bene l’ iniziativa di Thomas nell’ andare di persona a fare visita a Numb, tanto che il 2 luglio scorso il direttore della clinica convoca Thomas e gli fa sapere, senza mezzi termini, che non ha più intenzione di tenere li il suo cane. “Voleva che lo portassi via seduta stante, nonostante le precarie condizioni di Numb, provato dagli interventi chirurgici e da tutti i farmaci che da mesi stava assumendo – ricorda Thomas- ma il direttore non voleva sentire ragioni, mi ero permesso, secondo loro, di infrangere delle regole semplicemente perché volevo sapere come stesse Numb”.

Il povero cane aveva ancora estremo bisogno di cure, ma la clinica non ne voleva sapere. Nemmeno dopo aver saldato tutto ciò che spettava loro, 12 mila euro, uno sopra l’ altro. Thomas è disperato, non è facile trovare un ospedale veterinario in grado di ospitare un amico a quattro zampe con una situazione ancora così complessa. Dopo estenuanti ricerche, tra il 3 e il 5 luglio, Thomas trasferisce Numb in un’ altra clinica sempre del Veneto, in un’altra città. Al solito, iniziano gli esami di routine e la scoperta è imbarazzante: Numb ha un sieroma, non curato.

La diagnosi.

“Quando mi è stato detto che Numb necessitava urgentemente di essere nuovamente cateterizzato a causa di un sieroma preesistente, mi sono cadute le braccia – confida Thomas – nelle carte di dimissione dalla precedente clinica, dove l’ hanno buttato fuori, era evidenziato il sieroma, ma non è stato in alcun modo curato, probabilmente perché curarlo avrebbe significato tenerlo ancora qualche tempo”. Arriviamo a fine luglio. Il ritardo in cui il sieroma è stato curato ha avuto gravi conseguenze per Numb. Infezione, perdita dell’ uso degli arti posteriori. Discospindilite. Thomas è esausto, disperato, ma deciso a dare voce al suo amico, che di sofferenza ne ha macinata anche troppa, in così pochi mesi. Ingiustizie, superficialità, incompetenze, ripicche.

Tutto sulla pelle di un’anima innocente. I primi di agosto Numb inizia una cura con un antibiotico molto forte, per cercare di debellare quell’orribile e aggressiva infezione dovuta dal sieroma. A metà settembre l’ RM di controllo registrava una situazione stazionaria. “Siamo esausti,questo è comprensibile, ma ciò che mi fa andare avanti a testa alta è dare un’ altra possibilità a Numb, farò di tutto per salvarlo – assicura Thomas, che aggiunge- sembrerà assurdo, ma ad oggi la priorità non è il fatto che Numb riprenda a camminare in maniera autonoma, ma che l’ infezione non raggiuga altri organi, perché, in tal caso, non ci sarebbe più nulla da fare”.

Thomas sta facendo tutto il possibile per ridare una nuova vita al suo fedele compagno, si divide tra sedute di agopuntura, ozonoterapia, cure omeopatiche e tutto ciò che la medicina mette a disposizione. “Io non mollo, nemmeno Numb, lui è una forza della natura e io, finché avrò fiato, combatterò affinché possa farcela. Lui deve farcela”, conclude Thomas.