Uccide un gufo scambiato per beccaccia e si dà alla fuga: denunciato a Nimis

Il bracconaggio alla beccaccia in Friuli.

Nel periodo autunno – invernale, l’impegno del Nucleo operativo per l’attività di vigilanza ambientale del Corpo forestale regionale Noava -coadiuvato frequentemente anche da personale della vigilanza venatoria della Federazione italiana della caccia – si è orientato anche al contrasto della deplorevole caccia alla posta alla beccaccia, tanto detestata anche da gran parte del mondo venatorio.

Chi si dedica a tale pratica vietata, è favorito dalla facilità con cui si abbatte la preda e soprattutto dal valore che questa ha sul mercato clandestino della ristorazione, nonostante sia la vendita che la somministrazione di pietanze a base di beccaccia in pubblici esercizi siano vietate. Tale tipologia di caccia consiste nell’appostarsi al crepuscolo e all’alba in luoghi idonei, nel momento in cui le beccacce, attive particolarmente di notte, si recano nelle aree libere da vegetazione per alimentarsi e poi fare ritorno nel bosco per il riposo. Questa pratica venatoria, oltre a essere espressamente vietata, viene svolta anche in orario non consentito in quanto quando la beccaccia si muove ed abbandona il bosco soprattutto la sera, quando l’orario di caccia si è già ampiamente concluso.

Non secondario e anche il rischio, data la scarsa visibilità, di colpire anche altre specie non cacciabili scambiate per beccacce come ad esempio gufi, allocchi e civette che iniziano la loro attività proprio al crepuscolo. A tale riguardo, nella fascia pedemontana che va da Nimis a Faedis sono state sanzionate cinque persone che si dedicavano a tale forma di caccia vietata.

Particolarmente grave il recente caso di uno di questi soggetti, risultato persino privo di licenza di caccia, che dopo aver abbattuto un gufo, alla vista degli agenti si è dato ad una rocambolesca fuga a piedi. Con non poca difficoltà il bracconiere è stato raggiunto dal personale del Noava che poi ha provveduto a denunciarlo alla Procura della Repubblica per resistenza a Pubblico Ufficiale, furto e porto abusivo d’arma, con l’inevitabile sequestro della doppietta, cartucce e volatile ucciso.