Dopo un semestre attraversato da tensioni geopolitiche e nuovi dazi commerciali, l’economia del Friuli Venezia Giulia mostra nel complesso una tenuta, sostenuta dall’export e dalla solidità di alcuni settori industriali. È quanto emerge dall’Osservatorio sull’economia del Friuli Venezia Giulia, presentato oggi dalla Camera di Commercio Pordenone-Udine. L’incontro è stato introdotto dal presidente Giovanni Da Pozzo e si è concluso con l’intervento dell’assessore regionale alle attività produttive e al turismo Sergio Emidio Bini e ha visto gli interventi della responsabile del Centro studi camerale Elisa Qualizza e dell’economista Marco Martella, già direttore della sede di Trieste della Banca d’Italia.
Pil e inflazione: crescita lenta e stabilità.
Secondo le più recenti stime Prometeia (ottobre 2025), il Pil del Friuli Venezia Giulia crescerà dello 0,3% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026, in linea con l’Italia (+0,5% e +0,7%). Il valore aggiunto aumenta quest’anno grazie a costruzioni (+1,1%) e industria (+0,5%), mentre i servizi restano stabili. L’inflazione, ad agosto e settembre sempre in crescita dell’1,8%, conferma un quadro di prezzi sotto controllo, leggermente sopra la media nazionale (1,6%). A Udine si registra il valore più alto (2%), a Pordenone l’1,5%.
Export in crescita: la spinta della cantieristica e dei macchinari.
Nel 1° semestre 2025 l’export regionale è aumentato del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, trainato dalla cantieristica navale (+35,8%), che da sola ha generato oltre 600 milioni di euro di crescita. Bene anche macchinari (+8,8%), mobili (+7,4%) e alimentari e bevande (+12%), mentre arretra la metallurgia (-2,2%). La crescita è più marcata nel territorio di Pordenone (+5,5%) rispetto a Udine (+3,1%). Il mercato statunitense si conferma strategico: gli Usa sono il secondo partner commerciale del Fvg con il 17,6% dell’export totale.
Il 2° trimestre 2025 è il primo periodo pienamente colpito dall’incertezza generata dai dazi annunciati da Trump. Nei settori dei mobili e della metallurgia emerge un dato tendenziale (secondo semestre 2025 su secondo 2024) in contrazione: -19,2% e -62,7% rispettivamente, macchinari -4%. Nel tessile e abbigliamento il +17,8% tendenziale suggerisce un possibile effetto anticipo di acquisti futuri, nel food & beverage la crescita dell’8,3% indica la resilienza del comparto.
Credito: in calo per le imprese, in crescita per le famiglie.
Il credito alle imprese risente ancora del contesto incerto. A giugno 2025 i prestiti sono diminuiti dell’1,4% in regione (Italia -0,2%), con andamenti differenziati: Udine +0,2%, Pordenone -5,3%. In flessione soprattutto la manifattura (-3,2%), in crescita invece le costruzioni (+3,2%).
Le piccole imprese soffrono di più (-7,1%), mentre le famiglie consumatrici vedono aumentare i finanziamenti del 2,4%, segno di una fiducia dei nuclei privati più solida rispetto al sistema produttivo.
L’importanza del credito agevolato.
Accanto ai dati generali sul credito, va ricordato che una parte importante del sostegno alle imprese arriva dal sistema del credito agevolato. Il Comitato di gestione del FRIE rappresenta una leva fondamentale per garantire sostegno alle imprese per gli investimenti, la liquidità e il consolidamento. Infatti, grazie ai fondi di rotazione e più in generale al sistema del credito agevolato regionale (che ricomprende anche i Confidi e FVG Plus), le imprese hanno l’opportunità di ottenere prestiti a tasso fisso fino all’1,3%, a fronte di un costo medio del credito che in Italia si aggira attorno al 6%.
Tra il 2023 e il 2024 sono stati concessi dal Comitato di gestione del FRIE 831 finanziamenti agevolati per un importo complessivo di circa 530 milioni di euro. Soltanto nei primi 7 mesi del 2025, invece, sono stati concessi 261 finanziamenti agevolati, con un aumento significativo degli importi, pari a circa 216 milioni di euro.
Di fatto, in soli 7 mesi si è eguagliata la performance dell’intero 2024, quando gli importi dei finanziamenti concessi avevano raggiunto il totale di 266 milioni di euro. L’aumento registrato nell’anno in corso è dovuto principalmente ai finanziamenti a sostegno degli investimenti delle imprese e attesta un tessuto economico in salute e ben disposto a puntare su sviluppo e innovazione per vincere le sfide del presente.
Imprese e lavoro: stabilità e nuove competenze richieste.
Al 30 settembre 2025 (rispetto a settembre 2024) il numero delle imprese registrate in Fvg cresce dello 0,23% (+224 unità), con una dinamica più vivace nei servizi (+2,4%) e in particolare in attività di noleggio, agenzie viaggi, servizi alle imprese (+3,9%), nelle attività finanziarie e assicurative (+3,7%) e in quelle professionali, scientifiche e tecniche (+3,1%). Il mercato del lavoro mantiene un tasso di occupazione del 68,4%, sopra la media italiana (62,7%), con una disoccupazione al 5,3%.
Crescono gli addetti dell’industria (+10,4%) mentre calano quelli nelle costruzioni (-26,8%) e nel commercio-turismo (-2,9%). Resta però alta la difficoltà di reperimento del personale: secondo il bollettino Excelsior di ottobre, il 55% delle figure professionali richieste dalle imprese risulta difficile da trovare, percentuale che sale al 69,8% per gli operai specializzati e i conduttori di impianti.
Nuovi codici Ateco: una fotografia più nitida del cambiamento.
Dal 1° aprile scorso è operativa la nuova classificazione Ateco 2025, che aggiorna la lettura delle attività economiche per rispecchiare i processi di innovazione, sostenibilità e trasformazione del sistema produttivo. Tra le principali novità, la creazione della nuova sezione K, dedicata a telecomunicazioni, programmazione e consulenza informatica, infrastrutture digitali e altri servizi dell’informazione; la ridefinizione della sezione J, oggi riservata alle attività editoriali, trasmissioni radiofoniche e produzione e distribuzione di contenuti; e un’articolazione più precisa delle attività legate alla transizione verde, che introduce, tra le altre, la voce “produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili” (codice D 35.12).
Nel turismo la revisione distingue più nettamente tra bed and breakfast (codice I 55.20.41) e case e appartamenti per vacanze o soggiorni brevi (codice I 55.20.42), offrendo una fotografia più accurata di un comparto in piena evoluzione. In Friuli Venezia Giulia, al 30 settembre, risultano 2.149 sedi di impresa con codice K, 406 con codice J, 35 imprese nell’ambito dell’energia rinnovabile, 595 alberghi e strutture simili e 498 servizi di alloggio per vacanze e soggiorni brevi: dati che delineano un territorio sempre più attivo nei settori digitali, ambientali e turistici emergenti.
Da Pozzo: “Resilienza e capacità di adattamento”.
“Il quadro che emerge – ha commentato il presidente Giovanni Da Pozzo – conferma una tenace resilienza del sistema economico regionale, la sua capacità di adattarsi a scenari mutevoli e di individuare nuove traiettorie di sviluppo in un contesto internazionale complesso e ancora molto incerto. È soprattutto in momenti come questi che dobbiamo tutti impegnarci, soprattutto come istituzioni, per trovare nuove strade e non abbandonarci al declinismo, cercando di fornire strumenti concreti alle imprese e ai lavoratori, dando loro supporto e infondendo fiducia, che non significa ottimismo immotivato, bensì mentalità e capacità di agire orientate al superamento dei problemi e alla crescita. L’impegno della Camera di Commercio è continuare a leggere, interpretare e anticipare questi cambiamenti, mettendo i dati al servizio delle imprese e delle istituzioni. Ed essere pronta a sostenere le imprese anche nelle nuove sfide, prima fra tutte l’intelligenza artificiale, che rivoluzionerà il nostro mondo in un futuro più che vicino. Proprio sul tema dell’ai e del suo impiego nel sistema produttivo la Cciaa ha fatto partire oggi un sondaggio rivolto alle imprese di Pordenone e Udine, che confidiamo ci potrà fornire un quadro concreto su cui riflettere e utile a programmare attività in questo campo”.
Martella: “Se siamo solidi fisicamente, possiamo anche prenderci un raffreddore senza conseguenze letali”.
“In un contesto internazionale in profondo cambiamento – ha evidenziato l’economista –, dove le regole del gioco economico sono in piena ridefinizione e l’incertezza pervasiva agisce come una sorta di tassa occulta sulle decisioni di investimento, è fondamentale leggere i dati in un’ottica pluriennale, e non focalizzandosi sul singolo sbalzo. L’economia del Friuli Venezia Giulia non dorme: è molto solida, sia per reddito pro capite che per occupazione, ed è in grado di reagire. Lo dimostra una rotazione settoriale in atto, a conferma che, se siamo solidi fisicamente, possiamo anche prenderci un raffreddore senza conseguenze letali”.
Qualizza: “L’Ateco 2025 è la bussola per intercettare i settori che guideranno la crescita”.
“Per pianificare il nostro futuro in un contesto di profondo cambiamento economico, è essenziale saper leggere i segnali dell’innovazione e della trasformazione produttiva. L’introduzione della nuova classificazione Ateco 2025, operativa dal 1° aprile, è strategica in questo senso. Ci permette oggi di descrivere in modo più puntuale le attività economiche emergenti, come quelle che operano in settori tecnologici, nelle energie rinnovabili e anche nelle nuove forme dell’ospitalità”.
Bini: “Il nostro sistema sta rispondendo al periodo complesso“.
“Abbiamo la responsabilità di sostenere il mondo delle imprese e lo stiamo dimostrando con i fatti – ha rimarcato l’assessore –: quando ho preso incarico, sono partito con un budget annuale massimo di 85 milioni di euro, quest’anno chiudo con 580 milioni di euro iniettati nei settori economici. Il nostro sistema sta rispondendo: le imprese in Friuli Venezia Giulia beneficiano degli strumenti finanziari regionali, come i fondi di rotazione e i Confidi. Il vero limite che dobbiamo superare, però, è dimensionale: spesso è difficile far passare il messaggio della fondamentale importanza della crescita e le imprese preferiscono rimanere autonome, anche se piccole. Ma il mercato globale è spietato, e noi abbiamo bisogno di sostenere la patrimonializzazione, la capitalizzazione e le fusioni, perché le nostre imprese abbiano i numeri per entrare su nuovi mercati e svilupparsi“.




