In Fvg arriva la nuova imposta che sostituirà l’Imu: le aliquote e come funziona

La nuova Imposta locale sugli immobili in Fvg.

Il Consiglio delle autonomie locali ha votato all’unanimità l’intesa sul disegno di legge “Istituzione dell’imposta locale sugli immobili” illustrato oggi dall’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti.

La nuova imposta locale sugli immobili che sostituirà l’Imu, in virtù dello Statuto speciale e dell’autonomia in materia riconosciuta all’Amministrazione regionale, entrerà in vigore dal 1° gennaio prossimo nei Comuni del Friuli Venezia Giulia.

L’assessore ha spiegato che la nuova legge regionale ha in parte rinviato alla disciplina statale per evitare un impatto gestionale e finanziario sui Comuni. Quindi, ad esempio, in materia di definizione dei beni immobili, non ci sarà un discostamento dalle definizioni adottate dalla legge statale.

Sull’abitazione principale non vi saranno modifiche per i contribuenti e quindi non si pagherà alcuna tassa. Formalmente la prima casa verrà considerata esente dall’imposta a differenza dell’attuale legge statale che opera l’esclusione dell’abitazione principale dal presupposto tributario (quindi ‘esclusa’ e non ‘esente’). La scelta dell’esenzione, come sottolineato dall’esponente regionale, si riconduce alla volontà di non applicare l’imposta su un bene primario, riconoscendo in tal senso un diritto a tutti i cittadini. Questo per l’esigenza di contemperare il dovere tributario con altri valori garantiti dalla Costituzione, quali la tutela della famiglia e del risparmio, favorendo in questo modo l’accesso al risparmio popolare e alla proprietà dell’abitazione. Restano assoggettate a tassazione le abitazioni cosiddette di lusso.

Le aliquote.

Nella nuova legge cambieranno, invece, le aliquote applicabili a tre tipologie di immobili quelle sui fabbricati ad uso abitativo diversi dall’abitazione principale (aliquota 0,86%), sui fabbricati strumentali all’attività economica (aliquota 0,86%) e sulle aree fabbricabili (aliquota 0,86%). Una scelta, come ha spiegato l’esponente della Giunta regionale, dettata per consentire politiche fiscali mirate a specifiche categorie di immobili nel rispetto della normativa sugli aiuti di Stato. Nessun cambiamento invece, con rinvio alla norma statale, in ordine a versamento, riscossione, accertamento, sanzioni e contenziosi.

Lo schema del disegno di legge prevede che la transizione dall’Imu alla nuova norma regionale avvenga in un regime di neutralità finanziaria tra Stato, Regione e Comuni. Ciò in relazione al fatto che la normativa statale dell’Imu riserva alla stessa Amministrazione centrale una quota del gettito degli immobili ad uso produttivo (gruppo catastale D). Con il nuovo provvedimento questo gettito, dal 2023, sarà riscosso dai Comuni mentre l’importo pari a 92 milioni di euro annui sarà corrisposto dalla Regione allo Stato. La regolazione dei rapporti finanziari tra le Regione e i propri Comuni avverrà attraverso apposito recupero a valere sul fondo unico comunale. Ma su questo punto, l’assessore ha suggerito l’opportunità di convocare una commissione allargata ai tecnici di ComPa per presentare diverse ipotesi e valutare la migliore da adottare.

E’ poi prevista nel ddl l’istituzione di una banca dati regionale sull’imposta per il monitoraggio e il coordinamento nella gestione dei dati stessi. Si tratta di un tema fondamentale per l’assessore regionale così come quello dell’interoperabilità dei sistemi informativi propedeutico, in futuro,  alla realizzazione di un unico portale del contribuente in un’ottica di semplificazione per gli utenti. Sull’extragettito l’assessore ha spiegato invece come in Friuli Venezia Giulia non esista più visto l’accordo Stato-Regione. Oggi quell’extragettito diventa concorso al saldo di finanza pubblica, sul punto si è detto disponibile ad intervenire in legge di stabilità per trovare criteri per un riequilibrio nella gestione