Il Pil del Friuli meglio di quello tedesco, ma crollano i prestiti alle aziende

La fotografia dell’economia del Friuli.

Pil in crescita nel 2023, inflazione in frenata, ma anche crollo dei prestiti alle aziende: è la fotografia scattata dall’Osservatorio sull’economia del Friuli Venezia Giulia, presentata oggi alla Camera di Commercio Pordenone Udine.

Il momento è complesso, ma le imprese friulane sono preparate ad affrontarlo. “Sono arrivate a oggi con una liquidità mai avuta nella storia, hanno risolto la sproporzione fra mezzi propri e debito bancario e il decennio di austerità, se da un lato ha operato una selezione darwiniana, ha fatto rimanere sul mercato imprese sane. Un’attività dolorosissima, che però è stata fatta, e oggi possiamo dire che il decennio nero è alle spalle” ha spiegato Alessandro Carpinella, senior partner di Prometeia e docente di Corporate Finance alla Luiss di Roma.

“Il tessuto delle imprese è immensamente più sano di quello che ha affrontato la crisi dal 2011 in avanti – ha continuato -, il sistema di garanzie ha sostenuto il processo di cambiamento dell’economia e dunque il comparto produttivo ha le spalle più solide per affrontare le nuove complessità, che pure ci sono”.

I dati dell’economia del Friuli Venezia Giulia.

Cala l’inflazione: in agosto, su base annua, si è fermata al 5,2% in confronto a una media italiana, sempre in discesa, ma al 5,4% (dati Istat). Per quanto riguarda il credito, negli ultimi 12 mesi i prestiti alle imprese in Italia sono scesi del 4,5%, ma in Friuli Venezia Giulia sono scesi in misura maggiore, cioè -10,1% (focus: a Udine -10,2% e Pordenone -5,9%).

Buone notizie dal fronte Pil: secondo Prometeia, la crescita in Fvg nel 2023 sarà in linea con quella italiana, cioè del +1,1% (ma era +3,7% nel 2022), di cui settore terziario +2,1% e industria -1,9%, con Udine al +1,5% (+2,6% servizi, -1,9% industria) e Pordenone al +0,5% (+1,9% servizi, -2% industria). Interessante comunque se confrontato con l’Eurozona, con un Pil generale stimato dal Fondo Monetario Internazionale a +0,9% e con una Germania unica ad avere segno negativo (-0,3%).

In Fvg la crescita delle imprese nel 2° trimestre è sostanzialmente in linea con quella italiana, ossia +0,46%, con +445 imprese in valore assoluto. Nello specifico, a Pordenone si registra un +0,30% (+76 imprese) e a Udine +0,46% (+218 imprese). “Il traino dato dai servizi è chiaro – ha detto il presidente dell’ente camerale Giovanni Da Pozzo –, tanto nelle nuove assunzioni quanto appunto nel numero delle imprese ed evidenzia il più significativo cambiamento in atto nella nostra economia ormai da diversi anni”.

Risultano in crescita le imprese di quasi tutti i settori. In termini relativi, le performance migliori vengono dunque prevalentemente dai settori legati ai servizi: +1,58% sul trimestre precedente le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+46 imprese in valore assoluto), +1,31% le attività professionali scientifiche e tecniche (+56 in valore assoluto). Crescono anche le altre attività di servizi (+0,91%, +47) e le costruzioni (+0,84%, +126).

In calo sono invece le attività legate a trasporto e magazzinaggio (-0,17%) e, se pur poco significative in termini numerici, quelle di estrazione di minerali (-1,52%), mentre risulta stabile la manifattura (+0,17%). Il totale delle imprese registrate in Fvg al 30 giugno di quest’anno si attesta a 98.093. Guardando alle classi dimensionali, la quasi totalità delle imprese è “micro”, cioè ha meno di 10 addetti. Oltre la metà delle imprese, inoltre, è società individuale (53%).

Quanto alla tipologia di imprese, Qualizza ha evidenziato come la componente artigiana sia decisamente più alta in Fvg (28%) rispetto all’Italia (21,2%). “Se le imprese femminili sono praticamente in linea (22,2% Italia e 22,4% Fvg), le giovanili sono “tradizionalmente” di meno in Fvg: solo il 7% a fronte di un 8,1% a livello italiano. Prospettiva inversa invece per quanto riguarda le imprese straniere, che in Italia sono l’11% e in Fvg sono il 13,4%”, ha rimarcato.

Per quanto riguarda le previsioni occupazionali Excelsior, si evidenzia come la maggior parte delle assunzioni nel periodo settembre-novembre 2023 in Fvg sia nel settore dei servizi, “ennesimo segno – evidenzia Da Pozzo – di un’economia fortemente terziarizzata, con un comparto dei servizi in costante crescita, dinamico, flessibile e capace di interfacciarsi con tutti settori produttivi”.

Sul fronte l’export, in Fvg i settori con la maggior crescita sono macchinari e apparecchiature (+21,7%), pc, apparecchi elettronici e ottici (+16,5%), articoli farmaceutici (+16%), alimenti e bevande (+9,1%). Tra i principali partner commerciali, diminuisce l’export soprattutto verso Usa, con un -44,3% (a causa della cantieristica), Austria -21,1%, Francia -15,8%, Germania -7,7%. Cresce quello verso Paesi Bassi (+12,9%) e Croazia (+11,5%).

Le sfide del futuro: le 4 “D”.

Carpinella ha evidenziato quelle che sono le sfide più complesse all’orizzonte, sintetizzate nelle quattro “D”. Innanzitutto, “debito pubblico, che prima o poi si deve pagare”, ha ricordato. Poi il “disaccoppiamento“, forma di protezionismo e di mercati più chiusi, creato da una situazione geopolitica che indirizza lo scambio di merci solo tra Paesi o aree “amiche”. Ma, ha ammonito Carpinella, “dove c’è confine, dove ci sono protezionismo e disaccoppiamento, dove non c’è libertà di commercio, lì c’è la miseria: sorvegliamo questo fenomeno”.

Terza “D”, quella di demografia: “La sostanza – ha evidenziato – è che un’economia che invecchia e continua a prendere soldi a prestito ha una fine”. Quarta “D”, quella di decarbonizzazione, che Carpinella ha ribadito essere “una cosa eccellente, ma nel medio termine porta risorse non dove è “economicamente efficiente”, ma dove è “giusto”. Ciò va benissimo, ma dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un elemento che condiziona notevolmente una realtà economica dove c’è poco denaro”.

L’assessore alle attività produttive Sergio Emidio Bini, chiamato a trarre le conclusioni dell’incontro, si è ritrovato nella visione di Carpinella. “La Regione – ha detto – già in questo inizio legislatura ha messo in campo risorse significative: abbiamo affrontato un primo assestamento e ora ne affronteremo un secondo. E se nel primo c’erano circa 200 milioni a favore di settori nevralgici dell’economia, con il prossimo metteremo altri 70 milioni, in particolare nei fondi di protezione per dare liquidità alle imprese del territorio. Il momento non è facile – ha concluso l’assessore -, ma abbiamo un sistema locale virtuoso e una rete strutturale, imprenditoriale e sociale, che ci mette in grado di difenderci”.