A Ronchi dei legionari l’ultimo saluto ad Alessandro Paolini, il ricordo della sorella Viviana

I funerali di Alessandro Paolini, il giovane morto nell’incidente tra Gemona e Osoppo.

La pioggia copiosa non ha di certo fatto desistere tutta la comunità di Ronchi dei Legionari, che questa mattina alle 11, nella Chiesa di San Lorenzo, ha dato l’ultimo saluto ad Alessandro Paolini, mancato una settimana fa in seguito al tragico incidente che l’ha coinvolto nel tratto autostradale tra Gemona e Osoppo.

Una famiglia molto unita, quella di Alessandro, che ha visto mamma Donatella, papà Eddo e la sorella Viviana accogliere a braccia aperte la grande solidarietà che tutta la comunità ha dimostrato nei loro confronti. Viviana, laureata in ingegneria biomedica e collaboratrice dell’azienda Vitesy di Pordenone, ha scritto una lunga lettera per dare l’ultimo saluto a quel fratello così speciale.

La lettera è stata letta con grande commozione in Chiesa, dallo zio Fulvio : “Ale era davvero un bravo ragazzo, so che sembra una frase fatta, ma lui era davvero un ragazzo d’oro. Era davvero buono e a modo, in questi giorni lo abbiamo ricordato così con amici e famigliari, sempre pronto ad aiutare ed ascoltare gli altri cercando di strappargli un sorriso.
Ale era uno dei pochi che conoscevo che preferiva andare in palestra, piuttosto che andare a bere e ballare in discoteca, amava andare in moto, prendersi cura di sé e stare con gli amici. A casa era sempre solare, ridevamo sempre quando imitava papà o quando faceva il giullare, con la mamma ballava e scherzava sempre, lo sgridavamo quando cantava a squarciagola in orari non consoni. Si divertiva così tanto cantando “Vecchio scarpone”, “Viva la rocca” e “Viaggio di un poeta”; o altre canzoni che non ti aspetti da un ventenne”.


“Fin da piccolo – prosegue la lettera – ha sempre dimostrato un senso pratico sopra la media. Mi ricordo che un giorno eravamo senza baby sitter, all’epoca io ero alle medie e lui alle elementari. Quel giorno sono tornata a casa qualche minuto dopo di lui; me lo sono trovata col grembiule e tre piatti davanti: uno con la farina, in uno c’erano le uova sbattute e nel terzo del pane fresco con la grattugia. Mi ha guardato con una fettina di carne immersa nelle uova e mi ha detto ‘Vivi! Oggi facciamo le fettine impanate!’. Era alle elementari e stava impanando delle fettine. Tutto di testa sua.
Devo dire che negli anni queste sue doti culinarie si sono affinate sempre di più, sapeva cucinare la carbonara più buona che io abbia mai mangiato, anche se per la dieta spesso si preparava uno strano miscuglio di 250g di pasta integrale, albume e un cucchiaino di olio. A casa poi lo prendevamo in giro per la lunghezza delle sue colazioni; lo lasciavi in cucina alle 10 e te lo ritrovavi per pranzo che non aveva ancora finito”.

“E di storie così potrei raccontarne a bizzeffe – continua – ma ci sarà tempo e modo per raccontare tutto. Ci tenevamo come famiglia a ringraziare tutti i parenti ed amici che ci sono stati accanto fin dal primo momento e ci hanno rincuorato e sostenuto in ogni modo, un grazie particolare ai nostri vicini di casa che si sono uniti al nostro dolore come se fossimo una grande famiglia.Ci tenevo a salutarti, Ale, anche se scrivere queste righe è difficile. Vedere l’amore e la vicinanza di tutta la comunità ci fa capire quanto tu fossi speciale e quanto tu sia riuscito a trovare un posto nel cuore di tutti. In questi giorni cerchiamo di far passare ogni ora, e pian piano alla fine trascorre un’altra giornata. Parliamo sempre di te, un po’ si piange, a volte si ride, interpretiamo a modo nostro i segnali che crediamo di ricevere. Ci manchi tanto, cerchiamo di farci forza a vicenda ma non è facile. Non siamo però rimasti noi tre, siamo sempre in quattro. Scherzavo sempre da primogenita dicendo che la famiglia perfetta eravamo io mamma e papà. Ale, oggi te lo confesso, ma non dirlo a nessuno: la famiglia perfetta è perfetta solo se ci sei anche tu. Tu, forse fisicamente non sei più tra di noi, ma nel nostro cuore e nella nostra mente sarai sempre presente. Sarai sempre con noi. Ti vogliamo bene. Vivi, mamma e papà“.

Viviana, dal giorno della tragedia ha fatto ritorno nella casa dove Alessandro viveva con mamma e papà, e dorme nel lettone del fratello, “così mi sembra di sentirlo più vicino”, confida.