Dopo la candidatura Unesco del Collio il sogno di una Isonzo Valley

La candidatura del Collio all’Unesco.

“Coinvolgere realtà giovani e dinamiche è uno degli obiettivi che ci siamo posti per proseguire efficacemente con il percorso di candidatura Unesco. La Brda\Collio\Cuei Unesco è infatti un progetto che unisce e valorizza sia dal punto di vista culturale e territoriale che economico. Il goriziano ha potenzialità enormi da esprimere nel terziario avanzato ed Ermetris e Fidev sono realtà pioniere che, assieme ad altre società e aziende di assoluta eccellenza, potranno essere il valore aggiunto della nostra proposta”.

È il commento del consigliere regionale della Lega, Diego Bernardis, promotore dell’iniziativa per portare la Brda\Collio\Cuei a far parte della Tentative list e ambire così successivamente al riconoscimento del titolo di patrimonio mondiale Unesco.

“Ho incontrato con molto piacere gli Ad di Ermetris e di Fidev, Claudio Borrello e Pamela Campoblanco, per suggellare quello che potrebbe esser definito un patto per il Collio – prosegue Bernardis –. Oltre all’importantissimo lavoro dell’associazione temporanea di scopo, di cui la Camera di commercio della Venezia Giulia è preziosa capofila, al fondamentale contributo e coordinamento della Regione Friuli Venezia Giulia, in particolare dell’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, e dei diversi sindaci dei Comuni italiani e sloveni interessati, ritengo la volontà sia anche quella di far esprimere le migliori energie di cui disponiamo sul territorio per un’azione coordinata e conseguentemente per dare spazio e visibilità a tutte le nostre peculiarità”.

Per il consigliere della Lega, “la tutela e la valorizzazione delle eccellenze vitivinicole, gastronomiche, paesaggistiche, identitarie, storiche e culturali – prosegue –, dovrebbero andare di pari passo con l’attrattività di nuove startup, giovani e intraprendenti, che possano contaminare il territorio con idee e visioni nuove. Il progetto Brda\Collio\Cuei – conclude Bernardis – potrebbe essere precursore per quello che in un futuro non troppo lontano potremmo chiamare Isonzo Valley, ovvero un distretto tecnologico in cui cultura, identità e alta specializzazione saranno protagoniste”.