Majano saluta Irene Barachino: chiesa gremita per i funerali

Foto Luigino Venchiarutti

Una folla commossa ha riempito questo pomeriggio, sabato 8 novembre, la chiesa parrocchiale di Majano per dare l’ultimo saluto a Irene Barachino vedova Natolini, scomparsa a 93 anni. Figura simbolica del Friuli che si è rialzato dopo il sisma del 1976, Irene è stata ricordata con affetto e gratitudine da un’intera comunità.

La chiesa era gremita in ogni ordine di posto, e numerose persone hanno seguito la cerimonia anche dal piazzale antistante, testimoniando con la loro presenza quanto profondo fosse l’affetto per una donna che ha lasciato un segno indelebile nella storia locale.

Presenti, accanto ai familiari, anche rappresentanti delle istituzioni locali, del mondo dell’associazionismo, della ristorazione friulana e tanti amici che l’hanno conosciuta e stimata. Al termine della celebrazione, officiata con toni semplici ma intensi, molte persone si sono fermate per un ultimo saluto, con occhi lucidi e ricordi condivisi.

Irene Barachino era molto più di una ristoratrice: per tutti era il volto della resilienza, capace di ricostruire non solo un’attività distrutta dal terremoto, ma anche una rete di relazioni, memoria e identità territoriale. Dopo la tragedia che nel ’76 le portò via sei familiari, riuscì a riaprire la storica osteria di famiglia, diventata col tempo simbolo di rinascita.

L’attività della trattoria da Gardo oggi continua con il figlio Lorenzo (Renzo) e la sua famiglia, segno di una tradizione che non si interrompe. La comunità di Majano ha salutato Irene con la stessa stima e il medesimo affetto con cui, per decenni, l’ha vista al lavoro tra i fornelli e tra la gente.